La scoperta di noi stessi
Ogni seminario per me è un’esperienza splendida da tanti punti di vista. Quello umano, in quel contesto i miei compagni diventano delle innocue presenze, diventano aspetti di me, diventano fratelli e sorelle, come se io facessi parte di una famiglia allargata. Questo seminario in particolare è stato molto terapeutico per il gruppo. Lavorare così intensamente con le emozioni tanto da iniziare a familiarizzare con esse ha portato in particolare un’emozione ad avere il sopravvento, la gioia. Ero in prima fila al seminario e poco prima della fine della lezione mi sono girata a guardare i volti dei miei compagni dislocati nella sala. Erano tutti col sorriso stampato sulla faccia. L’espressione inequivocabile della gioia. Non stavamo dicendo una cosa divertente, quindi non era un semplice sorriso. Stavamo concludendo il seminario, un seminario sulla comunicazione non verbale. La mimica dei loro visi e dei loro corpi era sicuramente di gioia.
Questo mi ha arricchito ancora di più, perché ho sentito che era anche la mia espressione. La bocca all’insu e le rughette ai lati degli occhi. Era proprio gioia.E’ proprio vero che la vita è relazione e l’essere umano cerca l’amore. E’ l’unica cosa che desidera nella vita, sia come ego incarnato, che come anima eterna.
A questo seminario ho sentito un livello di connessione e amore mai sentito precedentemente. Precedentemente c’era altro, ma non questa complicità, questo sostegno, questa generosità, la scoperta che possiamo essere degli esseri bellissimi e divini.Non lo sappiamo perché la vita fuori da quel gruppo di persone è una lotta e c’è poco da dire la vita è bella. Si è bella per se stessa, per i suoi paesaggi, per la infinita varietà di forme, per la potenzialità divina. Ma la relazione tra individui, nazioni, popoli, ecco quella non è solo sentimenti positivi, ma anche sofferenza e miseria.
Scoprire quindi tra le mura di un edificio, all’interno di un gruppo di “eroi” (si eroi è la parola giusta, poiché uscire dal gioco dell’ego e dell’illusione è un impegno eroico, come Arjuna nella battaglia di Kurukshetra) che esistono modi, strade, strumenti e persone aperte, pronte a mettersi in gioco oltre le barriere della mente ordinaria, per togliere il velo al gioco di Maja, mi da una grande forza per sciogliere le catene dei miei pesanti condizionamenti del passato, permettendomi di rispondere alle domande esistenziali: chi sono? Da dove vengo? Cosa faccio qui e dove vado?Una realizzazione di pochi giorni fa: la materia è completamente strumentale alla realizzazione spirituale. Significa che non c’è un gioco uguale per tutti e che non è il gioco l’obiettivo….anzi il gioco è strumentale per uscire dal gioco…. Un gioco di parole che risolve l’enigma dell’esistenza.
Lucia, dalla Sede del Veneto