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Riconoscersi negli altri

OTTOBRE 2016 - TRASFORMA LE EMOZIONI NEGATIVE IN GIOIOSA CREATIVITÀ

Oltre ad ascoltare il seminario abbiamo fatto diversi laboratori. Uno che mi è servito a comprendere meglio l’altra persona è stato il role-playing. È un particolare tipo di esercitazione che richiede ai partecipanti di svolgere, per un tempo limitato, il ruolo di attori e di rappresentare nel nostro caso una persona che non comprendiamo e che ha un comportamento che ci irrita o ci infastidisce. Così ognuno di noi ha portato in campo un famigliare, un amico, un compagno/a o un collega di lavoro. Mettendosi emotivamente nei panni dell’altro, comprendiamo quale sia il vero sentire della persona che rappresentiamo, quindi entrando in empatia, possiamo veramente contemplare con il cuore il suo vissuto, rendendoci conto del suo agire. Questo non vuol dire giustificare certi comportamenti, ma significa coglierne il significato più profondo, con amore e compassione. Ognuno di noi agisce al meglio che può per il suo vissuto e la propria storia. Fare la parte di un altro, ci permette di sentire il peso di certi suoi atteggiamenti e grazie a ciò riusciremo in primis a comprendere il suo operato e a nostra volta metteremo in atto i giusti rimedi per non commettere gli stessi errori. Del resto non bisogna mai dimenticare e quindi è bene ripeterci sempre che la persona che non tolleriamo, rappresenta il nostro specchio. Il suo agire, le sue parole e in generale il suo comportamento mettono in moto onde psichiche di blocchi e memorie (samskara) che non abbiamo elaborato, compreso e trasformato. Quello del role-playing è un esercizio molto potente che mi ha dato nuovi messaggi: continuare a lavorare perché il perdono e l’umiltà possano entrare in ogni aspetto della mia esistenza.

Umiltà e perdono sono forze inesauribili, degne di un ricercatore spirituale. Consiglio a tal proposito un libro molto interessante che ci permette di scegliere la giusta via, quella delle virtù: “Le 26 qualità del ricercatore spirituale” di Marco Ferrini.

Miriam, dalla Sede della Lombardia