Il ruolo del counselor
Questo seminario mi ha permesso di fermare concetti importanti, riguardanti il ruolo di un counselor, aiutandomi cosi a concretizzare meglio aspetti che in questo percorso non avevo ancora ben chiari. Ho preso coscienza che il ruolo di un counselor non è semplice, ne tantomeno facile è relazionarsi con le persone che ti chiedono di essere ascoltate, che si aprono a te con le loro emozioni, il loro vissuto, la loro umanità, che si fanno tuo “prossimo”. Si, è anche vero che sono a questo corso per apprendere tutto questo, per ricevere strumenti utili alla realizzazione del "progetto relazionale" che ho ritenuto utile da sviluppare in questo momento della vita. Come ho accennato prima, ho potuto avere in questi ultimi seminari molto più chiaro il ruolo di un counselor e questo mi ha reso più sicura. Ho capito che Il counselor è un operatore che promuove il benessere della persona in particolari momenti della vita . Offre uno spazio di ascolto, di supporto , accoglie le difficoltà della persona agevolandola nella scoperta della fiducia nel proprio potenziale. Il counselor si pone con disponibilità, chiarezza, accoglienza verso l'altro, favorendo l’auto esplorazione , la consapevolezza dei propri bisogni. Non una terapia, dunque, ma un dialogo chiarificatore che apra nuovi orizzonti. In questo ultimo seminario, grazie ai laboratori pratici, alle simulazioni, ma non troppo, tra counselor –cliente, ho potuto osservare nella sua concretezza quella linea di confine che non va oltrepassata perché un counselor non diventi “altro" da ciò che il suo ruolo professionale richiede. Un counselor non entra mai nell analisi di una situazione, ma pone la sua attenzione sull’elemento per lui più importante, cioè entrare in EMPATIA con l’altro: eccola la chiave che apre tutte le porte, fare sentire all’altro che ci sono, che sono presente, che lo sto ascoltando che sono li con lui, per lui, in lui.
Qui comincia la danza dove, ad ogni passo si cerca di armonizzarci per non perdere l’equilibrio cercando il CENTRO di noi ed entrare cosi con delicatezza nella vita dell altro, con parole giuste che permettono al dialogo di aprirsi. ……parole accoglienti, che non giudicano .Ecco, è proprio questo che mi porto a casa da questo percorso, prendendo l’impegno con me stessa, di mettere in pratica ogni giorno queste modalità relazionali, soprattutto nei confronti di quelle persone che mi creano più disagio e vorrei evitare, scanzare e che invece gridano forte: “anch'io sono il tuo prossimo”!
GRAZIE DI CUORE A TE ANDREA E A TUTTICON AFFETTO
Lucia, dalla Sede della Toscana