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Domande da una corsista

FEBBRAIO 2016 - FUNZIONI E METODI DELLA COMUNICAZIONE EMPATICA: INDIVIDUO, COUNSELOR E CLIENTE

Ho vissuto il seminario molto intensamente davvero, forse uno dei più forti. E’ una mia caratteristica entrare in risonanza con gli argomenti trattati, a volte forse troppo. Dovrei maturare dei filtri consapevoli per riuscire a gestire meglio i campi di risonanza energetica con cui vengo in contattato, poiché questo mi accade nel bene, ma anche nel male. Avere la padronanza del distacco emotivo, del sentire, vivere quindi i processi in modo più distaccato ma consapevole, senza farmi stravolgere, in tutti i corpi, e sentirmi smolecolata e ribaltata, per giorni, dopo le realizzazioni. Ho vissuto di rendita, di questo seminario, per una settimana circa, era una vita che non vivevo una serenità interiore così. Oltre alla serenità avevo un calore continuo dentro al cuore e una grande gratitudine verso Dio, verso me stessa, verso Voi docenti e verso i miei compagni di percorso che lottano davvero, con tutto il loro essere, per uscire dal giogo dell’ego e dal gioco dell’ego.

Gli esercizi esperenziali fatti mi hanno donato un patrimonio energetico davvero importante, ho potuto avvertire il rilascio di nuove informazioni nel mio campo elettromagnetico, o meglio l’attivazione di nuove consapevolezze già presenti dall’eternità, ma dormienti. L’esercizio di bioenergetica ha mimato il rapporto counselor cliente facendomi vivere le mie tensioni, inadeguatezze, timori, ma anche la voglia di imparare, di migliorare, di mettere in pratica, il momento di lasciar andare il cliente e il momento di fermarlo (come ho condiviso in sala), ascoltare attivamente e contenere il flusso collaterale esagerato dello sfogo, per permettere a lui di ritrovare spazi più ampi, movimenti più consapevoli e fruttuosi.

Ascoltare con la A maiuscola, non significa usare le orecchie, gli organi uditori come tali, ascoltare è un momento di apertura di tutti i canali energetici, un’espansione del proprio campo di energia per lasciar veicolare informazioni e chiavi di attivazione che possono risvegliare qualità assopite nel campo. Quelle sfumature di coscienza e consapevolezza che la mente reattiva non può cogliere. Quando il sistema risponde ad un’altra voce, quella del Sé, lì allora capita che si ascolta con un orecchio sottile, un orecchio che ascolta, mentre parla la voce del silenzio. Parole che sembrano incoerente poesia, ma le uniche che mi vengono ora per descrivere ciò che ho vissuto, campi di consapevolezza che vanno oltre la mente. Posso far rivivere quel momento in cui sono entrata nell’interazione tra Anantadeva e Jacqueline, ho sentito la forza dei Sé e la possibilità di quest’ultimi di riprendere in mano i veicoli terreni per manifestare il cielo in terra. La mia solita tristezza è che le grandi realizzazioni di un secondo, di un attimo, sono certo un fascio di luce, un momento di bellezza divina, una frazione di eternità, ma……(e questo mostra il disaccordo del mio ego che ha già ripreso le redini di questa scrittura) durano davvero pochissimo e poi prevale per il resto del tempo la voce dell’ego e dei suoi aiutanti. Durante la giornata travolta da tzunami di vita quotidiana, nei gironi dell’inferno e del purgatorio, perdo la connessione. Dovrei impegnarmi per cambiare l’ultima risposta di ogni mia relazione, rendendo la mia vita di tutti i giorni risplendente di realizzazioni e non oscurata da cadute nell’ego. Spesso temo di farmi un film del “va tutto bene”, del “mi sto realizzando”. La mia esperienza di percorsi spirituali passati ha forse acuito in me un’eccessiva paura del “la mente sta proiettando una realizzazione che non è autentica” il classico “che film mi sono fatta?” che smorza l’entusiasmo del percorso, delle piccole realizzazioni.

Fresca, fresca di poco fa: ero in sofferenza per una mancanza……questa mancanza, come un artiglio mi bruciava sulla pelle, alla fine, elaborando ho lasciato andare e ho realizzato che “quando sono libera da ciò che mi manca, stare con quello che ho è serenità e pace”. Non è poca cosa, lo so …..ma ho il timore che domani non ci sia più.

Come posso rafforzare i piccoli pensieri positivi? Come posso aiutarmi ancora di più? Una Vostra parola mi conforterebbe molto.

Grata del percorso e della Vostra presenza, un affettuoso saluto Lucia

Lucia, dalla Sede del Veneto