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Studiare le tipologie relazionali attraverso i film

DI PAOLA DE PAOLIS FOGLIETTA E ANDREA BONI

Premessa

Repulsione e attaccamento, nello Yoga dvesha e raga, sono due aspetti peculiari eppure intimamente connessi che determinano in modo rilevante il corso di una relazione. Il primo è caratteristico delle relazioni cosiddette oppositive, quando sussiste un’antipatia, un’opposizione nel modello comportamentale dei soggetti coinvolti, mentre il secondo è caratteristico delle relazioni affini, dove sussiste simpatia, una convergenza nello stile comportamentale (che ricordiamo dipende da guna-karma). Entrambi fanno tuttavia parte della dualità caratteristica del piano materiale e costituiscono fonte di sofferenza nella relazione. Raga e Dvesha sono nella mente ovvero sono i derivati di una proiezione individuale, di condizionamenti pregressi, frutto delle esperienze accumulate. La visione introspettiva, lo sviluppo dell’autoconsapevolezza, liberano dall'attrazione e dalla repulsione, permettendo un sentire stabile nel qui e ora e non piu soggetto al movimento oscillatorio degli opposti, che procura sofferenza, ma empaticamente volto verso il momento presente, libero da aspettativa. Questo è un processo che si stabilisce sempre di piu come frutto di una pratica costante.
Le relazioni evolute si pongono proprio su questo piano, che trascende attaccamento e repulsione, poiché basate sui valori assoluti, di lealtà, onestà, apprezzamento, condivisione, ascolto, rispetto. Nelle relazioni evolute non si sente il bisogno di sopravanzare, di emergere, di vincere, e non esiste un’affettività morbosa, un attaccamento che nasconde un secondo fine, la relazione procede di per sé nel Dharma. Non esiste l’ipocrisia, subdola e strisciante, una comunicazione che finge di essere una relazione. Ipocrisia letteralmente significa “agire su un palcoscenico”, e tipicamente è dovuta alla presenza di una struttura egoica radicata. Si tende ad attribuire la responsabilità ad altri, ed il desiderio di essere considerati, apprezzati, induce a costruire una falsa immagine di sé. Un autoinganno rispetto a quel che si è, dovuta ad una lacuna nel contatto autentico con se stessi. Una falsificazione della relazione che distrugge, che fa perdere autenticità e spesso lascia una zona d’ombra distruttiva, per la quale la relazione si ammala. Certo, come abbiamo detto l’essere vivente è essenzialmente ambivalente in virtù della presenza di guna-karma, allo stesso tempo sussiste un limite oltre il quale il comportamento non può essere ignorato, poiché altrimenti si diventa complici scadendo nell’adharma. Comprendere il limite di intervento e sapere correttamente modulare la comunicazione costituisce il terreno nel quale ci giochiamo la nostra crescita, il kurukshetra (campo di battaglia) della nostra vita, il nostro laboratorio esperienziale.


Relazioni e film
In un gioco semi-serio, potremmo cercare di abbinare le relazioni citate a dei film; potrebbero essere:


Relazioni primitive

“La fiammiferaia del 1990 di Aki Kaurismaki.
Il racconto di come le relazioni primitive, basate sull'indifferenza, sulla prevaricazione insensibile dei sentimenti con scopi egoici, possa rendere la famiglia un luogo sterile e dannoso. L'inesperienza emotiva e umana della protagonista, la porterà a compiere errori fatali trasformandola da povera vittima di una realtà ingiusta, nella sua ombra opposta, carnefice vendicatrice crudele.
Arancia meccanica di Stanley Kubrik è un film carico della violenza dell'indifferenza empatica. Ancora una volta il protagonista che all'inizio è carnefice delle sue malefatte relazionali, nella seconda parte diventa vittima di un'altra crudeltà, legalizzata questa volta. Quando si cade in relazioni primitive, si entra in una ineluttabile ruota di eventi in cui si passa, all'interno della traumaticità, solo da un ruolo a un altro, senza possibilità di redenzione


Relazioni in opposizione/in affinità

"Attrazione fatale" del 1987 -come dimenticare questo film con Glen Close e Michael Douglas, che i quegli anni aveva scosso e fatto riflettere su un tipo di relazione clandestina, quando ancora questo scandalizzava l'opinione pubblica.
la dinamica della relazione di coppia era al centro di molti film di questo decennio: vedi Kramer contro Kramer, Io ed Annie, Innamorarsi, Paura d'amare e così via... in cui era presente quel tipo di relazione in opposizione o in affinità. L'empatizzazione e la conflittualità diventano due facce della stessa medaglia nel gioco del dualismo, in una meccanica enantidronomica che ci fa dibattere in questo orizzonte immanente, in cui cerchiamo il piacere e fuggiamo il dolore, nella pena infinita della condizione umana poco consapevole.


Relazioni evolute

I film degli ultimi 15 anni sembra abbiano esteso l'interesse della relazione in ambiti più ampi. Tra i tanti, possiamo citare "Eternal Sunshine of the Spotless Mind" (conosciuto con l'infelice titolo "Se mi lasci ti cancello") del 2004 commedia sentimentale di Michel Gondry viaggia nello spazio e nel tempo, tra le emozioni, la mente e il cuore e sembra introdurre altri argomenti nella relazione , come la memoria non solo neurale, ma quella dell'anima. L'amore è un pretesto per capire sé stessi.
"The passengers" è sì una commedia romantica nello spazio, ma parla di un amore che va oltre i due protagonisti, va oltre a loro stessi come singoli individui e a loro come coppia. Il messaggio diventa universale. L'amore finalizzato a rendere migliore il mondo, non per la propria singola felicità.
ci piace pensare che il cinema stia rivedendo la relazione come una possibilità di evoluzione per gli individui, per portarli oltre alle loro personali visioni egoiche.
Ed infine “Il lato positivo" , film del 2012 di O'Russel, che mostra come da due persone problematiche e traumatizzate possa crescere qualcosa di così edificante che migliora tutti i rapporti circostanti incrinati dalla vita e dai condizionamenti.