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Un anno di Trasformazione

DI LAURA BENCINI

Questo anno trascorso nella scuola,con i docenti, con tutti le altre altre persone che come me stanno facendo il loro cammino di crescita e soprattutto con il maestro Marco Ferrini, lo chiamerei “anno di rivoluzione” e vorrei specificare questo termine per non sembrare troppo forte e cruento. Con la parola “rivoluzione”intendo quella spinta che ho dato alla mia vita in senso evolutivo e non involutivo. Per iniziare a dare ascolto a questo impulso interiore e per accettare di stare nelle emozioni che la relazione con me e con gli altri mi suscitava ho scelto di fare un atto di volontà per vincere la pigrizia, ho scelto l'obiettivo ultimo della mia esistenza e cioè ricongiungermi al Bene Assoluto. Riscoprire la motivazione ha reso la mia vita più leggera e più chiara. Per fare e per essere ciò che sono(Sat-Cit-Ananda),non ho dovuto buttare niente piuttosto ho scelto di comprendere, di vedere i miei traumi, ho scelto di amarmi per le strade più tortuose, faticose e colme di dolore e di tristezza che ho intrapreso. Ho capito che anche se il Signore mi camminava accanto io non lo volevo ascoltare, pensavo di essere libera ma ero nel vortice dei miei bisogni senza discernere ciò che veramente mi nutriva da ciò che mi rendeva più schiava e dipendente.

In questo anno trascorso alla scuola ho capito la differenza tra giudizio e valutazione, io non mi sono mai sentita giudicata, piuttosto mi sono sempre sentita amata, riconosciuta come una sorella.

Da questo anno scolastico ho ricevuto gli strumenti teorici e pratici per andare oltre i condizionamenti,i giudizi, pregiudizi e modelli.

Ho viaggiato nel mio passato cercando di trasformare quella rabbia, quella delusione, frustrazione, senso d'ingiustizia, dolore, senso d'impotenza, senso d'inutilità, senso d'inferiorità, tristezza … tutto questo in una forza d'amore verso me stessa e verso gli altri, attraverso la comprensione e il processo del perdono, con l'aiuto di Dio.

Ho imparato ad amare il mio presente, a vedere ciò che mi circonda come un dono di bellezza, armonia e anche in presenza di conflitti o emozioni che potrebbero essere disturbanti, sto imparando a vedere l'opportunità e C'E' SEMPRE una meravigliosa occasione di capire qualcosa in più,amare qualcosa in più di noi e degli altri, perché tutto ha un senso se visto nella prospettiva del vero significato del viaggio della vita.

Sicuramente la parola più giusta per definire questo anno e' “Trasformazione” tuttavia la percepisco incompleta se non vi spiego come mi sento e quello che provo durante la mia rivoluzione che presuppone anche forza per agire, fiducia nell'amore, la scelta di affidarsi nel Supremo per riuscire a fare i conti con le “macerie” e riutilizzarle per costruire qualcos'altro e creare la trasformazione.

Quello che non appartiene alla mia rivoluzione e' la violenza di nessun tipo.Ho riscoperto come un linguaggio tranquillo e senza giudizio nei miei confronti e in relazione agli altri, funziona molto meglio per ascoltarsi veramente, crea lo spazio dentro di me per ricevere l'altro. Le armi della mia rivoluzione sono il silenzio, aspettare il momento, il luogo e la circostanza giusta per esprimere ciò che può essere utile a me senza aspettarmi che lo sia anche per l'altro. Ognuno di noi ha il suo percorso e io posso agire solo sul mio, tuttavia scelgo d'incontrare l'altro e nel rispetto della libertà, dell'individualità scelgo di esserci, di amarci.

Mentre mi racconto ho in mente la mappa del counselor, uno strumento utile per essere sempre consapevole di dove sono durante un dialogo con l'altro.Per me questa e' anche una mappa che anch'io sto percorrendo e proprio come una mappa stradale, la leggo e la sperimento in tutte le sue fasi, con l'aiuto del counselor e di Dio.

Altro aiuto teorico e pratico e' stata la tabella delle astensioni (yama) e prescrizioni (nyama)-Tale tabella e' stata adattata modificando i termini della tradizione bhakti vedanta e mi e' utile tenerla sempre presente perché mi riporta all'attenzione che e' necessario avere nella comunicazione verbale e non verbale per rendere un colloquio giusto, etico e che possa aiutare veramente l'altro: astenersi dal giudicare e dall'uso di parole impositive e che indicano cosa si deve fare; rimandare all'altro ciò che del suo racconto e' un suo pensiero, una sua emozione e un suo sentimento.

Tutto questo cerco di tenerlo presente anche quando comunico con me e se lo faccio riesco ad essere empatica con il mio momento di tristezza o di altro e con la pace che mi arriva dal cuore,vedere come andare avanti, quali sono i miei più profondi bisogni, e rinnovare le mie motivazioni che mi fanno gioire della vita.

Altro strumento essenziale e meraviglioso sono le giuste domande...Ho scoperto come possono aprire le porte del cuore, far crollare muri costruiti per non sentire nessun dolore e mi pongo delle domande, per esempio:”quanto mi e' utile rimanere nel dubbio? Che cosa posso fare per migliorare la sicurezza nei miei talenti?Quali parole utilizzare per spiegare che quella frase mi ha creato tristezza e delusione e in quale momento?

Queste domande e soprattutto le risposte mi aiutano a comprendere la diversità di ognuno di noi. Noi abbiamo delle tendenze innate (guna) e siamo anche il risultato di come reagiamo all'esperienze(karma). Comprendere questo mi permette di scegliere di cercare un'equilibrio tra le forze di cui sono stata creata(tamas,rajas,sattva), mi permette di scegliere come relazionarmi agli eventi che accadono nella mia vita e quando un cliente, amico,familiare, collega mi cercherà per essere aiutato in un suo disagio, io saprò che lui grazie ai suoi guna-karma prevalentemente avrà uno stile comportamentale estrovertito o introvertito e cercherò di utlizzare un linguaggio che viene meglio percepito piuttosto di un'altro e così entrare in empatia con lui e guidarlo nel suo focus emotivo e accoglierlo nella sua liberazione e stimolarlo con domande appropriate per lui, a vedere le strategie, i suoi talenti per trasformare quelle emozioni disturbanti in energie evolutive.

Dietro alla mia motivazione c'e' un desiderio che mi fa “muovere verso” e mi da la forza di volontà per raggiungere l'obiettivo di essere veramente felice.Se riesco ad individuare il desiderio che sta dietro alla motivazione dell'agire della persona che mi ha cercato per essere aiutata, posso entrare in empatia con lui/lei utilizzando le parole più in sintonia con il suo modo di essere.

Su di me ho sperimentato che, con alcune parole che qualcuno ha utilizzato per dirmi qualcosa, mi hanno irrigidito, non mi sono sentita capita e a volte giudicata e quindi mi sono allontanata, da chi le ha utilizzate.Il mio intento nei prossimi giorni, mesi, anni e' capire bene che “tipo motivazionale” ho davanti e così entrare meglio nel suo mondo, nella sua mappa mentale.

Certamente aver fatto i conti con le mie difese e' stato il lavoro più duro...il cantiere e' sempre aperto... dietro a ogni difesa c'e' un ricordo, una memoria emozionale (samskara) dolorosa ma di li' bisogna passare e con l'amore verso me' stessa e l'amore che ricevo attraverso gli altri, scelgo di andare avanti...prendendomi ogni tanto qualche giorno di riposo.

Tale atteggiamento di non forzatura che ho nei miei confronti e' anche quella che dovrei adottare con un cliente, lo accompagnerò senza sostituirmi in nessun modo a lui.Sarò a suo servizio, centrato e focalizzato su ciò che e' vivo in lui in quel preciso momento, con empatia. Il mio desiderio e' quello di poter acquisire le competenze di un counselor bhaktivedanta per poter aiutare me stessa e chichiederà il mio aiuto.Ho compreso che, quanto più riuscirò a soddisfare il mio bisogno di realizzazione spirituale, cercando una connessione con il mio Se' profondo e con il Creatore, tanto più riuscirò a rendere efficace la relazione d'aiuto perché tale bisogno e' insito in ognuno di noi anche se non ne siamo consapevoli.Marco Ferrini più volte parla delle 26 qualità che ognuno di noi possiede,sta a noi riscoprirle, nutrirle per trovare la vera felicità di cui siamo fatti. Solo passando da questa meravigliosa riscoperta, e imparando a gestire le nostre risorse possiamo liberarci dai condizionamenti e dalle false identificazioni ed essere veri leader di noi stessi.

Una delle mie prime domande a cui ho scelto di dare risposta e' stata:” come son fatta io? io sono fatta così. Ma così come? Come mi vogliono gli altri? Come voglio io, che mi percepiscano? Quando mi sento autentica? Oltre a essere quello che faccio, i ruoli che rivesto, chi sono? Che cosa e' giusto per me? E quello che e' giusto per me, perché non lo e' anche per l'altro?Qual?è il motivo per cui sono qui, ora? Qual'è la mia missione in questa vita? In che cosa sono particolarmente dotata da poter essere quello per cui sono nata?Quali sono i valori a cui faccio riferimento?Quali sono quei valori che vanno oltre come sono fatta io?Quali sono quei valori Assoluti che mi possono ispirare per trovare l'equilibrio, la crescita e la Gioia che cerco?

La mia ricerca va verso l'acquisizione di una capacità di riconoscere i falsi valori da quelli che mi possono veramente realizzare e quindi darmi una stabilità che possa diventare fonte di amore per tutto l'Universo.

Ho cominciato ad apprezzare ed accettare alcune regole che mi disciplinano il mio quotidiano e una di queste sono i miei dieci minuti di preghiera al mattino, offrire il cibo al Signore e rendere sacro il momento del mangiare perché il cibo mi nutra anche spiritualmente. Mi sono liberata da molti oggetti, cose materiali e sto cercando l'essenzialità. Cerco di pensare al mio linguaggio, alle parole che utilizzo a come mi pongo nella comunicazione con gli altri.Cerco di essere più ordinata, precisa e se non ci riesco cerco di assumermi le responsabilità e mi correggo ma con la gioia di vivere costantemente in un cantiere, fianco a fianco con il mio ego, i miei condizionamenti i miei samskara,le mie tendenze innate e quindi insieme a Dio, ripartire perché ho davanti il mio unico vero obiettivo: imparare ad amarmi nella mia vera natura per amare il prossimo al di là di ciò che fa o dice.

In questo anno scolastico ho compreso bene la differenza che c'e' tra le professione dello psicologo e la professione del counselor ed e' importante che ad ogni inizio di dialogo con un futuro cliente, lo informi della specificità del counselor per non cadere in abuso di professione.

E' corretto e giusto informarlo anche del tipo di scuola in cui sono stata formata,come si svolgerà logisticamente il dialogo, per quanto tempo, ed eventuale compenso economico.

Si persegue sempre il bene del cliente e quindi sarà giusto interrompere il percorso laddove si vedrà che non sarà più possibile portare avanti tale aiuto.

Una degli aspetti più importanti che ho analizzato e che cerco continuamnete di cambiare nella relazione con l'altro e' la tendenza di dare consigli.Ho imparato come e' diverso e più utile fare maieutica piuttosto che fare la “maestrina”.Mi accorgo che se lascio il tempo alla domanda che mi viene da fare e lascio il tempo della risposta che l'altro sceglie di darsi, nasce l'idea,la sua strategia, la sua soluzione che l'altro trova.E' come aver partecipato a una costruzione di un prezioso vaso di cristallo che entrambi ammiriamo come un frutto che prima di quel momento non c'era e ora c'e'.

Il seminario di luglio mi porta a una riflessione sulla paura.L'anno scorso ho vissuto dei momenti stupendi,intensi tuttavia la presentazione delle tesi mi lasciarono turbata.Ero felice per tutte quelle persone ma vivevo la paura generata dall'ansia da prestazione.Quest'anno ho vissuto tutto in maniera più fluida, sono riuscita a essere in sintonia con ognuno di loro ed ero felice anche per me oltre che per loro. Posso dire che l'anno scorso ho vissuto la paura della tesi e quest'anno la posso vedere la paura e cercare di starci dentro.

Quando Marco Ferrini ha spiegato la parola “benessere” come il bene dell'essere più che “lo star bene” mi sono sentita nella gioia di aver raggiunto una realizzazione:Io non sono il mio corpo ma l'Essere che e' in me.Tutto si e' capovolto, quello che pensavo fosse importante, ora non lo e' più; ciò che mi dava cruccio, tristezza, era un falso bisogno...

Non ho bisogno di rimanere giovane perché la mia anima non ha età...Posso vivere senza paura della morte perché la mia anima non morirà...

Non ho bisogno di dimostrare di essere brava...ho bisogno di amare e di essere amata.

Ho bisogno di scoprire e realizzare il motivo per cui sono nata...Qual'e il mio destino?

Ho realizzato che ho bisogno degli altri ma la mia felicità non può dipendere da loro ma solo da me.

Ho realizzato la mia vera natura ontologica.

Non ho bisogno di avere paura della solitudine.

Ho bisogno di parlare delle mie sofferenze e delle mie paure a chi pone la giusta attenzione.

Ho bisogno di evitare di essere ferita e di ferire a mia volta.

Ho bisogno di ridurre l'immagine di me.