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Realtà e apparenza: il punto della situazione al termine del primo ciclo del Corso

UNA RIFLESSIONE DI PAOLA, CORSISTA DELLA SEDE DEL VENETO

Già da bambina mi guardavo intorno e mi chiedevo, ma è tutto vero? Non so perché io non ho mai creduto nella realtà. O meglio forse l’ho capito studiando il mio tema natale. C’è una zona così indefinita e nebbiosa che mi fa vedere le cose come le immagini di animali disegnati dalle grandi nuvole spumose nel cielo certe volte, dopo il temporale. Non sono vere le immagini. Le nuvole sì sono vere ma non hanno nessun significato, sono io a darglielo.

L’educazione che riceviamo e la nostra esperienza ci fa vedere ciò che vogliamo della realtà, ma cosa c’è di vero realmente è il vero cruccio della mia vita, che mi ha spinto a cercare da una parte e che ha immobilizzato i miei sforzi dall’altra. A cosa serve combattere per cosa? E se fossero mulini a vento?

Vedere che le persone raccontano cose e ti convincono e poi si comportamento diversamente, mi ha decisamente deluso sull’affidabilità del reale e sugli esseri umani ovviamente. In un certo senso, potrei dire che non credo in niente, nemmeno a ciò che vedo e che tocco… Non credo nemmeno in me stessa, anche quando mi sento bene e forte. Nonostante questo, non me la sento di giudicare le persone o me stessa di questa inaffidabilità. Siamo tutti schiavi del nostro stato di coscienza, del nostro mondo, della nostra visione e dominati da istinti che cercano il piacere e fuggono dal dolore. Ci sono stati dei cambiamenti da quando ho iniziato questa esperienza di counseling?

Il riscontro positivo che posso notare, risiede nel fatto che questo studio di perfezionamento delle relazioni e il raggiungimento di una comunicazione empatica (e civile, aggiungerei), mi permette di raccogliere gli studi personali che ho seguito lungo la mia vita. Il corso diventa collettore della mia ricerca personale da pioniera solitaria e dà senso a queste conoscenze che ancora non ho fatto fruttare con attività concrete , anche se fano parte del mio patrimonio personale.

Alla fine, il sentirmi accettata, non giudicata, ma benevolmente indirizzata a correggere gli spigoli e le imperfezioni del mio relazionarmi, nel serio rispetto di quello che sono, ha risvegliato in me la mia natura profonda, che è fatta di grande compassione e di comprensione dei meccanismi dei comportamenti umani. La comprensione dissolve i nodi creati dai conflitti interiori. Ebbene l’ambiente positivo e privo di giudizio , ha risvegliato in me la mia natura. L’ambiente umano ha fatto maieutica. L’aiuto degli insegnanti, facilmente raggiungibili per parlare e chiedere, ha fatto maieutica. Questo mi aiuta e mi indica come mi devo comportare io a mia volta.

Quindi ciò che è cambiato per il momento è il mio atteggiamento interiore, che poi ovviamente si riversa all’esterno nelle relazioni famigliari, al lavoro e mi aiuta a una maggiore profondità di comprensione.

Che cosa vorrei realizzare, quali obbiettivi mi pongo da raggiungere per il prossimo anno?

Posso dire che sicuramente voglio trovare un lavoro più remunerativo e poi vorrei portare avanti le mie attività di scrittura e disegno. Per esempio mi piacerebbe continuare e finire una raccolta di storie che stavo scrivendo.

Devo impormi una disciplina sennò la mia quotidiana routine mi risucchia come onde del mare e mi disperde. Ecco il mio problema, la dispersione delle energie. Ad un certo punto io mi abbandono, forse perché in fondo, amo perdermi, e la risacca di questo mare delle possibilità non vissute ,mi risputa sulla battigia e rimango così, come un relitto a chiedermi come ho fatto a perdermi ancora. Si direbbe di me che sono una che “molla”, oppure che lascio le mie certezze mentali per mettermi a testa in giù come Le Pendu dei Tarocchi e indagare l’oscuro.

Nell’esposizione delle tesi nel weekend a Ponsacco del 1 luglio, ho visto che questa trasformazione è stata vissuta e trasmessa nelle tesi, proprio come io la stavo vivendo. Mi ha profondamente commosso. Vedere che Dio non ci abbandona, e ci lascia liberi e cosparge il nostro sentiero di briciole da seguire, molto discretamente, con segnali che si possono leggere solo quando si raggiunge una certa sensibilità spirituale.

L’esperienza di Ponsacco è stata molto forte per me. Ho apprezzato l’originalità di ogni tesi, intessuta con l’esperienza personale, ogni filo una comprensione, un atto , una piccola storia nella storia più grande. L’intelligenza delle tesi viene dal cuore, da un ascolto onesto di chi si è e di come ci si sente. Il nostro mondo crea consumatori e crea gente che funziona , eppure a funzionare soltanto si arriva a sentirsi infelici a lungo andare; il CSB invece genera esseri umani .

Questo per me conta, ossia che tutto quello che studio e imparo diventi concreto, cioè vero , reale, non bei concetti. Vorrei essere una persona seria i cui pensieri e azioni coincidano con le parole. Per il momento non è ancora così.

Paola, dalla Sede del Veneto