Riflessioni sul seminario "la forza del perdono"
Nel seminario di giugno e nei relativi webinar abbiamo ulteriormente approfondito il complesso tema del perdono inteso come punto di arrivo di un processo di consapevolezza, come esito di una relazione su più piani: quello del ostro campo bio-psichico di esperienza (della nostra immagine interiore, della nostra sfera emotivo/affettiva, dei nostri bisogni/desideri…), quello degli altri e quello dell’universo, della relazione con la Forza creatrice che è origine e sostentamento di tutto. È importante tenere conto, inoltre, che tutti siamo immersi in un campo energetico collettivo in cui vi è interazione fra tutti i membri.
Anche all’interno del tema del perdono, quindi, un punto fondamentale è costituito dal discernimento continuo, in particolare tra ātman ed ego storico: l’ātman è Amore infinito ed immutabile, la nostra vera identità; l’ego storico è un insieme di condizionamenti, è frutto della combinazione di guṇa e karma, è fluido, in continuo mutamento e quindi assoggettabile a trasformazione. Il vero perdono porta all’armonizzazione dei vari piani di realtà.
È infine importante contestualizzare tutto in una più ampia prospettiva di senso, dove tutto quello che accade ha un perché, è funzionale ad un progetto che va oltre la nostra comprensione, fa parte di un sistema governato da leggi precise ed infallibili (Dharma). Dopotutto è a causa della distrazione - come ci insegna Marco Ferrini - che hanno origine i conflitti. Da qui l’importanza di recuperare l’attenzione. Noi dobbiamo essere centrati per svolgere la professione di counseling, per non diventare noi per primi vittime delle persone che soffrono, per non farci condizionare da quello che dicono, per non adottare noi stessi delle percezioni distorte. Ho sentito forte il richiamo al lavoro continuo su se stessi, sulle nostre “sbavature di incoerenza”.
“La soluzione di tutti i problemi è ristabilire le buone relazioni. In presenza di buone relazioni si possono sopportare tutte le sofferenze”, ci ha detto Marco Ferrini, e la prima relazione è quella con noi stessi ed allora il perdonare noi stessi è il primo atto d'amore che dobbiamo compiere: in assenza di perdono, infatti, non vi può essere amore. E come possiamo dare agli altri quello che non è prima in noi stessi?
Ci sono stati offerti in questo seminario i passi del perdono come esercizio metacognitivo da praticare in maniera sistematica per acquisire quella forza interiore che è capace di superare crisi ed avversità di ogni genere e per mantenere vivo il processo trasformativo in senso evolutivo.
La forza del vero perdono consiste nel connettere tutto sul piano dell’Amore divino: da questo piano tutto si armonizza ed assume senso. Questo costituisce il tema che ha maggiormente riscosso il mio interesse perché trovo che riassuma egregiamente quello che è il lavoro di discernimento continuo che siamo chiamati a fare nel cammino verso la gestione della mente e la realizzazione spirituale e ne posso soprattutto apprezzare l’estrema concretezza e praticità.
Questo secondo seminario sul tema del perdono è stata un’ulteriore opportunità di fare un viaggio introspettivo, un’analisi interiore, una revisione della mia sfera emozionale/affettiva.
Grazie ai laboratori, ho potuto rivedere certi accadimenti della mia vita, verificare se effettivamente sono stati risolti; laddove è emerso ancora qualche movimento interno, ho potuto accoglierlo e trasformarlo. Ho compreso che questo processo di trasformazione richiede tempo, sembra quasi un lavoro infinito; ho potuto osservare, infatti, che riprendendo in mano i suddetti accadimenti - già “lavorati” durante il primo seminario - e creando uno spazio interiore di accoglienza, sono emerse nuove comprensioni. Questo percorso di formazione in counseling è occasione di crescita interiore continua ed anche di verifica di come si sta procedendo nel processo di trasformazione: fornisce le indicazioni e gli strumenti per fare il lavoro personale ed è al contempo occasione per svolgere il predetto lavoro con il supporto dell’energia del gruppo. È senz’altro un percorso impegnativo ma anche molto gratificante.