La forza del perdono: riflessioni sul seminario di Giugno
Riflessione sul seminario di Giugno 2023: la forza del perdono, a cura di Rossella Celenza, Sede della Toscana
Ciò che mi ha smosso tanto interiormente in questo seminario sono state le attività laboratoriali. Il laboratorio del venerdì condotto dai tutor Paola Pruni e Lucia De Filippi mi ha dato modo di riflettere sui concetti di Gratitudine e Compassione. Ho imparato che la Gratitudine è una predisposizione importante per ciascuno di noi ed è di ausilio per predisporci nel modo giusto per intraprendere il cammino del Perdono. La possiamo considerare l’anticamera del Perdono, una vera e propria apertura di cuore; sentirsi grati è indispensabile per predisporsi alla vita e aiuta a vivere nella relazione profonda con noi e con Dio. Mi sento di ringraziare la vita per tante cose: i miei genitori, mia figlia, la salute e ho imparato ad essere grata anche per le difficoltà e per il dolore perché funzionali alla mia trasformazione evolutiva. Le prove della vita non le considero più, ormai da qualche anno, ostacoli o ingiustizie ma esercizi di allenamento che la mia anima deve fare per potersi elevare spiritualmente sperimentando tanti sentimenti tra cui la Compassione, al fine di raggiungere l’Amore Autentico. Sono anche grata per l’esistenza in me di qualcosa di più profondo che mi permette di accogliere la mia sensibilità ed apprezzarla ,perché sento che mi conduce in un Oltre. Tempo addietro la mia sensibilità era per me motivo di sofferenza perché restavo imbrigliata in alcune dinamiche disfunzionali che non mi rendevano padrona della mia ricchezza d’animo. In merito al concetto di Compassione ho compreso qualcosa in più e cioè che è legata alla comprensione delle proprie e altrui fragilità e questo aiuta a evitare la delusione. Devo fare ancora tanto cammino in tal senso perché sono consapevole del fatto che anche se la fragilità altrui non è motivo di delusione è, però, in alcune situazioni relazionali, ancora motivo di sofferenza per me, probabilmente dovuta a condizionamenti. Ma sono fiduciosa che con questo cammino che ho intrapreso, con impegno e fede, riuscirò a sviluppare il sentimento autentico della Compassione.
Il laboratorio gestito dai tutor Laura Tenerelli e Nicola Baroni mi ha fatto riflettere sulle diverse prospettive di lettura del film Invictus che avevo già visto e che non pensavo potesse riguardare il Perdono. Molteplici le riflessioni emerse attraverso le considerazioni sulla figura di Nelson Mandela ad esempio che nonostante la sofferenza si può restare centrati, che la reazione al dolore è frutto di comprensione e mai di vendetta, l’importanza di avere una propria disciplina (lui camminava tutte le mattina prima ancora che sorgesse il sole), la capacità di interfacciarsi con le anime e che il cambiamento di un individuo porta alla trasformazione di altri perché siamo tutti connessi tramite la rete di Indra. Questo film mi ha colpito molto in profondità e mi ha commosso in più scene soprattutto in chiusura quando N.M., recitando alcune parole della sua poesia, ringrazia per la sua anima indomabile, per il fatto di essere padrone del proprio destino e capitano della propria anima. Ho trovato altresì profondamente intenso quando afferma che il giorno in cui avrebbe avuto paura di rischiare non sarebbe stato più un leader. Ho avuto dunque la possibilità di imparare che la paura è l’origine della nostra identificazione e ci crea ostacoli, ma quando siamo in grado di guardare oltre, al di là dell’apparenza la guaina egoica si stacca e possiamo procedere in direzione del Perdono che libera l’anima e allontana la paura. La figura di N.M. significativamente carismatica è simbolo della capacità di perdono. È riuscito a perdonare coloro che lo hanno condannato a 30 anni di carcere riuscendo a vivere in una cella 4x4 senza covare rabbia, rancore, vendetta, restando centrato su di sé, a contatto con la sua anima che lo ha condotto ad una visione di un “Oltre" e che gli ha permesso di sopravvivere alla reclusione in una prospettiva costruttiva che si è manifestata con i suoi scritti. Ha dimostrato di possedere una grande fede ed è stato leader autentico di se stesso e degli altri quando, dopo la sua scarcerazione, è diventato la guida di un intero popolo riuscendo ad operare la gloriosa impresa d’integrazione tra neri e bianchi con fermezza ,gentilezza ed empatia, senza paura e guardando avanti, a lunga distanza. È riuscito a portare avanti il suo ideale di integrazione come solo un leader autentico può fare.
Nel laboratorio del sabato pomeriggio sono capitata ancora con la tutor Laura Tenerelli e ci è stato proposto un esercizio relativo al Perdono che considero molto bello ed efficace: da una lista di parole abbiamo individuato una a noi confacente e , dopo aver scritto varie frasi brevi con la suddetta, abbiamo realizzato un unico testo. Io ho selezionato come parola “ la scelta” e mi piace riportare qui il testo da me realizzato: “ Ho scelto, è stato faticoso, doloroso. Mi sento orgogliosa , libera di essere , di agire e di sentire. Scegliere mi rende padrona della mia vita, mi tiene lontana da ciò che non è buono per me. Mi fa sentire creatrice del mio destino e rende possibile il ritorno a casa, la casa di cui solo io custodisco le chiavi .Con la scelta sono fedele a me, sempre.”
Realizzare questo testo mi ha riempito il cuore di gioia e mi ha permesso di riflettere su quanta strada io abbia fatto dal 2019 quando ho vissuto un’altra crisi profonda che mi ha permesso di intraprendere la via del Perdono e che mi ha insegnato tanto, soprattutto di camminare leggeri nella vita degli altri perché non tutte le ferite sono visibili. Grazie a questa crisi ho iniziato a perdonare me stessa, senza far resistenza ho accolto con dolore le mie zone d’ombra e, con fiducia e compassione, ho iniziato ad esplorarle e ad illuminarle pia piano. Mi sono resa conto che ho potuto fare un passo indietro nel tempo e trasformare l’esperienza dolorosa in una grande opportunità di crescita di cui sono infinitamente grata alla vita. Sono riuscita a trasformare l’evento traumatico perché ne ho conservato ciò che di bello è stato e ho potuto fare un saltino avanti nell’elevazione della mia coscienza. Ora, quando torno a quei lontani ricordi provo tanta tenerezza. Il dolore ha lasciato spazio alla Gratitudine, senza di esso non mi troverei ora qui a scrivere la mia relazione mensile.
La domenica pomeriggio ho vissuto il laboratorio con la tutor Paola Pruni in modo sorprendentemente intenso. Abbiamo toccato con il sentire del cuore storie di resilienza di anime profonde che sono riuscite a perdonare ciò che sembrerebbe imperdonabile come ad esempio la morte di una figlia a causa di una dose di droga offertale al parco. La madre, Annemarie, è riuscita a perdonare il giovane spacciatore e si è battuta affinchè non gli dessero una detenzione punitiva. Quando la tutor ha letto la lettera di questa madre ho sentito tutto il suo dolore e al contempo tutta la sua forza perché finché in vita ha scelto di vivere; la morte della figlia le ha insegnato a vivere e queste parole dette da lei mi hanno catapultato in un ‘altra dimensione quella in cui tutto si ridimensiona e si percepisce la forza vitale insita in tutti noi .Questa storia ha risuonato molto in me perché anche io ho perso un fratello per la droga , so bene cosa si prova , il dolore dilaniante per una giovane vita spezzata e vissuta in condizione di sofferente alienazione. L’esercizio che siamo stati invitati a fare è consistito nello scrivere una lettera ad Annmarie come se fossimo stati il suo counselor.
Questa è la mia:
“Annemarie, le tue parole mi sono arrivate dentro ogni cellula del mio corpo e nell’anima; il tuo straziante dolore, la tua disperazione, il tuo disorientamento sono stati i miei e sono arrivati dritti al cuore . Ho sentito in te la forza di sopravvivere alla morte come se fosse l’unico modo di dare significato al tuo ruolo di madre di Marta e di madre di te stessa. Sei riuscita a prenderti cura di te mostrando una gran fede che ti ha permesso di vedere nella morte di tua figlia l’occasione per continuare ad imparare dalla vita proprio quando questa ci toglie quanto di più caro e prezioso abbiamo. Hai fatto di un evento luttuoso , di profonda crisi ,una risorsa nel vivere nel Perdono affidandoti a qualcosa di più grande che ci guida sempre. Sei andata oltre la rabbia, il rancore , la vendetta, l’odio scegliendo la via dell’Amore. Infinitamente grata per averti nella mia vita , ti abbraccio stretta stretta."
Leggere la lettera davanti a tutti i compagni non è stato facile, avevo il cuore cha per poco non se ne usciva dalla sua sede, ma non so come, tra lacrime e fiato che mi si spezzava ci sono riuscita. Il tutor Giuseppe Begni mi ha ringraziata, commosso, per aver saputo toccare le corde del cuore e io in quell’esatto istante mi sono abbandonata alla commozione e ho provato una profonda connessione con tutto il gruppo di lavoro.
Concludo la relazione dicendo che questo percorso di crescita interiore è sempre più nutriente per la mia anima .Quando ascolto le lezioni frontali provo l’entusiasmo dei tempi dell’Università e quando partecipo ai laboratori dò tutta me stessa, non ho paura, non provo vergogna ad esprimere le mie riflessioni e le mie emozioni e quando si conclude il seminario mi sento di avere una marcia in più.
Un grazie a tutti voi di vero cuore.
Rossella Celenza