Testimonianze sui temi del perdono e della leadership
Questo seminario mi ha particolarmente entusiasmata, lasciandomi con una sensazione di “pile cariche”. Ho potuto sentire come la mia energia è andata via via aumentando durante questi due giorni: il tema della responsabilità di essere leader è stato cruciale per me per motivarmi a superare i preconcetti e le resistenze alla leadership. È stata per me una grande occasione per rivedere i momenti nella mia vita in cui mi sono sottratta ai ruoli di responsabilità che, via via, mi erano stati offerti in ambito lavorativo e le motivazioni sottostanti. Sento che questo seminario è stato un punto di svolta importante per me ed ho potuto già osservare dei cambiamenti nel mio modo di pormi in alcune circostanze in cui mi sono sentita di avere il diritto ed il dovere di essere “leader”, oltre che con me stessa, anche con gli altri. Allo stesso tempo, ho potuto riconoscere ed apprezzare più agevolmente il ruolo di leader anche negli altri. Penso che comprendere questi concetti sia molto utile per migliorare l’ambito relazionale nei diversi contesti del quotidiano che ci vedono passare spesso da situazioni di “guida” a situazioni di “guidati”, ovvero ad essere noi la guida verso taluni e guidati da talaltri. Un altro seminario accrescitivo!”
Romina, dalla Sede della Toscana.
Il tema del perdono apre per ciascuno di noi porte di armadi del passato che rinchiudono ancora vecchi scheletri polverosi. Anche soltanto il fatto di poter aprire qualcuna di queste porte con l’intento benefico di liberarci e liberare gli altri dal peso di quello scheletro credo ci dia modo di evolvere spiritualmente. Sono molto grata al percorso che sto facendo insieme ai docenti e colleghi allievi del corso di Counseling del Centro Studi Bhaktivedanta perché ad ogni seminario raggiungo nuove consapevolezze e provo un senso di leggerezza e di liberazione da pesi inutili e spesso auto costruiti. In questo specifico modulo ho apprezzato il tema dell’autoperdono che non avevo mai preso in considerazione nella mia vita, pensando che quelli che considero i miei errori fossero da sempre “imperdonabili” da me stessa.
Ho potuto osservare i miei condizionamenti, o meglio quelli che mi sono stati imposti per karma di nascita, e quanto abbiano influito su diverse scelte compiute nella mia esistenza: i presunti “canoni” ai quali ho dovuto attenermi individuandoli come “concausa” delle azioni contrarie compiute per sfuggire alla loro morsa soffocante.
Ho compreso quanto il karma/destino non sia ineluttabile come descritto dalle credenze errate e come sia invece possibile modificarlo proprio attraverso l’osservazione distaccata degli eventi e l’azione conseguente. Imparare come riuscire a perdonare se stessi senza falsi vittimismi è molto importante e salvifico. Non ostinarsi a voler perdonare a tutti i costi è stato un altro punto di forte interesse per me.
A tale proposito vorrei citare un passaggio da un libro di Jean Monbourquette “Arte di perdonare”:
Perdonare non è un dovere da imporre a se stessi, ma qualcosa di spontaneo. Qualcosa che proviene da Dio. Il perdono perciò, non è tanto un comandamento, ma uno stile di vita di chi ha il cuore libero e colmo di Grazia. Questo significa affidarsi a Dio e avere fede in Lui e nel suo Amore.
Irma, dalla sede della Toscana