Karuna la compassione che trasforma i cuori
Seguire la via della Bhakti, lo yoga dell’Amore, è una scelta che porta ad aprire il cuore alle nostre migliori qualità, allo stesso tempo sebbene ognuno ha già dentro di sé in nuce tutte le potenzialità, l’individuo ha da fare un lavoro personale per svilupparle e metterle in pratica. Il Counselor Bhaktivedanta lavora proprio in tal senso. Chi segue la via della Bhakti, come dice il Prof. Marco Ferrini, ha la predisposizione a non voler veder soffrire nessuno. Allo stesso tempo, il counselor, per poter agevolare gli altri ad uscire dalla sofferenza abbisogna di un lavoro con sé stesso, per sperimentare in prima persona un processo di purificazione e armonizzazione interiore, che permetta di essere veramente una persona che sa accompagnare chi necessita di trovare nuove soluzioni per la propria vita.
In una lezione, il Prof. Ferrini ha fatto osservare che per aiutare gli altri dobbiamo a nostra volta essere stati aiutati e, nella misura in cui abbiamo saputo aiutarci, sapremo aiutare gli altri. Può sembrare un gioco di parole, vero è che tutto ciò che un counselor necessita, oltre alla formazione che è indispensabile, è proprio un percorso esperienziale personale, solo sperimentando in prima persona potrà offrirlo agli altri sapendo già quali risultati si potranno raggiungere. È proprio attraverso questo mood che, nella Formazione Avanzata in Counseling del Centro Studi Bhaktivedanta, i professionisti della relazione di aiuto empatica stanno lavorando. Negli incontri previsti nel 2020 si sta approfondendo sempre più il tema della compassione e per il contesto storico in cui ci ritroviamo catapultati è di estrema importanza. La compassione in sanscrito è definita karuna, ma quanta ne abbiamo e di che qualità? Questa domanda è necessario porla in modo chiaro dentro di noi perché è facile dire: compassione! Ma poi, sappiamo davvero riconoscerla, viverla ed elargirla?
Compassione è differente da compatire, il compatire è osservare la persona solo dai suoi limiti e quindi provare pietà per la sua pochezza, nel compatire ci può essere una punta di disprezzo, di disgusto, di superiorità e quindi non è libera dal giudizio e dal pregiudizio verso l’individuo e la sua situazione. Colui che è compassionevole invece ha fatto dei passi in più, osserva l’altro da più punti di vista, non si fa prendere dal buonismo o dal sentimentalismo, vede i suoi limiti, ma non prova disprezzo, disgusto, o sensi di superiorità, perché vede anche le potenzialità della persona che ha di fronte, quelle che per i più svariati motivi non è riuscita a mettere in moto e ha bisogno che qualcuno la accolga e le tenda la mano.
La compassione necessita di una pulizia del cuore, sì, perché la compassione è mossa dall’Amore. Chi sceglie il sentiero della Bhakti, che per sua natura sviluppa in modo naturale karuna, attiva la modalità di apertura del cuore, così si armonizzano tutte le facoltà psichiche condizionate, attraverso un lavoro di pratica meditativa, sadhana. La compassione esige coerenza di pensieri, parole e azioni, altrimenti non è compassione, è qualcos’altro. “Nella tradizione Vedico-Vaishnava la forma di compassione più grande è quella di aiutare le persone ad uscire dall’ignoranza, e a ricollegarsi alla loro natura più profonda, quella divina.” È significativa questa citazione tratta dal testo “Le qualità del ricercatore Spirituale di Marco Ferrini”, la quale ci rimanda al concetto che il divino è dentro di noi, nessuno ne è escluso e ognuno lo declina poi nella forma che preferisce. Allo stesso tempo questa eccelsa e divina natura è da coltivare e da offrire, facendoci esempio, in questo modo possiamo dare fiducia agli altri e agevolarli in un processo trasformativo.
I Promessi Sposi, di Alessandro Manzoni è una narrazione che rappresenta molto bene la situazione che stiamo vivendo, sebbene il contesto storico sia diverso, le dinamiche di sofferenza sociale si assomigliano, anche nella lotta contro un virus, che al quel tempo si chiamava peste. E proprio in questo testo il Manzoni trasforma due personaggi della sua storia attraverso il sentimento della compassione: il capo dei bravi Nibbio e l’Innominato. Personaggi molto oscuri, dediti al male in ogni sua forma, eppure, la fede e la disperazione di Lucia, toccano il cuore del Nibbio, che sviluppa nel cuore un sentimento di amorevole compassione, ne rimane meravigliato e stravolto da quella potenza energetica e decide di cambiare vita. Nel raccontare ciò che ha provato al suo padrone, l’oscuro Innominato, mette in azione anche in questi, un processo che non trova arresto e che lo porterà ai piedi di un uomo Santo che finirà l’opera trasformativa iniziata dal sentimento della compassione.
Le storie sono sempre state foriere di ricchezze interiori e il testo dei Promessi Sposi in tal senso ha anticipato i nostri tempi, forse non è di facile lettura e nelle scuole gli studenti il più delle volte lo odiano e presumibilmente mettono in movimento questo sentire proprio perché il racconto non viene osservato dal potenziale umano che rappresenta. Nei Promessi Sposi si parla di Bhakti, quella amorevole compassione trasformativa è Bhakti! Il percorso sulla compassione che il CSB offre con il corso di Formazione Avanzata in Counseling, si sta orientando proprio in questa direzione, agevolando nei professionisti della relazione di aiuto lo sviluppo del potenziale umano, quella umanità che ogni essere vivente abbisogna per vivere e sentirsi Amato.
Alessandra Corà