Counseling nell’emergenza, la nostra esperienza
ALESSANDRA CORA'
La condivisione è un aspetto importante del counseling e quando i counselor condividono insieme delle idee, la creatività che ne scaturisce porta a costruire progetti importanti. È quello che è successo a metà marzo, durante il seminario on-line di Formazione Avanzata Counseling del Centro Studi Bhaktivedanta. Era l’inizio del lockdown per Covid-19, tutti noi partecipanti al seminario ci eravamo trovati a lavorare in una modalità che era poco familiare, abituati a condividere in prima persona lezioni frontali e workshop di alto spessore che ci hanno sempre dato modo di costruire capacità e di confrontarci con nuove prospettive di lavoro sulla persona. In quell’incontro eravamo un po’ increduli, stupiti e anche intimoriti per la situazione che si stava vivendo. Stavamo provando sulla nostra pelle la mancanza della libertà personale e l’obbligatorietà di annullare le relazioni in presenza fisica e già in quei primi giorni le restrizioni facevano sentire i primi disagi. Gli insegnamenti con cui il Centro Studi Bhaktivedanta ci ha forgiato sono sempre stati volti a posizionarci sulla soluzione del problema, per poter avere delle prospettive che ci possano offrire in tempi veloci stimoli che aiutino alla pro-attività. In quel seminario che appare ormai molto lontano, abbiamo subito condiviso che si sentiva la necessità di renderci utili, volevamo poter offrire le nostre capacità per sostenere le persone in un momento storico che percepivamo di grande cambiamento sotto varie prospettive e che poteva essere per l’aspetto bio-psico-spirituale delle persone una prova che sarebbe stata prodroma di notevoli disagi sia a breve che a lungo termine. Personalmente avevo già fatto un primo passo con il sindaco del mio comune, il quale, aveva accolto molto positivamente la proposta di poter offrire a titolo gratuito un servizio di ascolto empatico telefonico ai cittadini e stavo aspettando che si potesse attuare. La condivisione e il desiderio di far sentire la nostra presenza ha messo in circolo molta energia positiva tra noi colleghi e molti si sono attivati in tal senso. Nel giro di qualche settimana la rete di ascolto empatico telefonico offerto dai Counselor che si sono formati con il Centro Studi Bhaktivedanta aveva visto germogliare, in alcuni comuni italiani, il frutto di quella potente energia, scaturita durante il seminario di formazione avanzata di Marzo. L’obiettivo era donare presenza: di umanità, di accoglienza, di ascolto, in puro spirito di offerta. Eravamo tutti lontani l’uno dall’altro e ognuno ha sparso semi, senza clamori, in punta di piedi, facendo conoscere la figura del counselor, che può essere parte importante e attiva in situazioni di emergenza. Ho fiducia che questa esperienza nata proprio dal nulla, possa essere l’inizio di un progetto che si può espandere, che dia modo di creare in un prossimo futuro una task-force di Counselor che in momenti di criticità siano vera presenza per la popolazione. I Counselor con formazione Bhaktivedanta hanno una peculiarità che ha un grande valore umano: sanno ispirare, hanno fatto loro l’arte della maieutica, che permette di saper creare capacità nelle persone, nella relazione anche solo di ascolto, possono essere un nutrimento importante per chi ha il bisogno di vicinanza e incoraggiamento per affrontare gli accadimenti.
Un’ esperienza che ha ingrandito il nostro cuore e ci ha reso persone migliori, capaci di essere problem-solver in situazioni di difficoltà.
Ecco le nostre emozioni, counselor al servizio dell’umano:
Se volessi dipingere la mia esperienza di ascolto empatico sceglierei come soggetto una ghirlanda di petali profumati. Ho innaffiato dei piccoli semi che il vento ha portato nel mio orticello, li ha sparsi qua e là. Sono spuntate delle piccole pianticelle che hanno attecchito in un campo ben definito e sono spuntati dei fiori di campo.
(Vittoria Vittori)
Questa esperienza ha lasciato in me il coraggio e la forza di stare in contatto con l’incertezza, il dubbio, la paura come occasione nuove di osservazioni tra ciò che è reale e ciò che non lo è.
(Stefano Albertin)
Non ho ancora chiaro ciò che mi ha lasciato questa esperienza, forse perché ci sono ancora dentro… di certo ho coltivato l’ascolto muto, ho percepito che le persone non volevano da me consigli o risposte giuste ma solo alleggerirsi di un grosso peso. Mi sono riempita di energia per aver fatto una cosa utile, che sto incanalando nello studio e nella ricerca di nuovi strumenti di lavoro.
(Cheti Franceschi)
Sebbene nel mio comune offrire un servizio gratuito di benessere alle persone sia diventato un affare politico che non ha concluso nulla, ho fatto di necessità virtù e ho rafforzato i contatti che già avevo, specie con le persone anziane di mia conoscenza che hanno apprezzato di molto essere state considerate…. Sono sempre più convinta dell’utilità di questo servizio e rimango quindi disponibile.
(Raffaela Janna)
Esserci nell’ascolto telefonico in questo periodo mi ha dato la possibilità di sentirmi utile, a tratti necessaria. L’immagine che mi viene in mente è una “catena umana”: con una mano ho tenuto quella dei miei colleghi e compagni Counselor, con l’altra mano ho tenuto le persone che mi hanno chiamata. Come insegna il Maestro Marco Ferrini, non si gioca un solitario ma una partita tutti assieme. Esserci per gli altri è una scelta di vita, anche fuori emergenza.
( Valentina Cevenini)
Mi sono sentita subito molto grata, per questa opportunità. Ho pensato che ciò stavo offrendo era veramente poco o quasi nulla, alla fine mi sono resa conto che ciò che ritenevo un quasi nulla per le persone che ho ascoltato è stato tanto. Quello che per me è stato ordinario per gli altri è stato straordinario. Ho sentito unione, condivisione, gratitudine e amore verso tutti.
(Cinzia Romani)
Ho seguito alcune persone e la sensazione è quella di essere stata una goccia in un oceano, una goccia che tuttavia racchiude l’oceano, che nell’ascolto ha sostenuto e alleggerito i fardelli, i loro feedback positivi mi hanno fatto sentire grata per quello che ho ricevuto e che può essere elargito a piene mani e non nego che questo servizio ha alleggerito anche me.
(Laura Tenerelli)
Un’esperienza straordinaria, mi ha permesso di capire che a volte ci si può sentire davvero piccoli e inermi difronte ai bisogni degli altri, tuttavia ho trovato persone che mi hanno aiutato a creare una rete e siamo stati concretamente utili, è stata una goccia, vero è che per le persone a cui ho offerto ascolto ha fatto la differenza e sono grata di esserci stata.
(Alessandra Corà)