Riflessioni a tutto tondo
Rifessioni sul webinar del 15/01/2018 tenuto da Daniele Tozzi.
Di Gregorio Marrazzo
Ritrovare l'originalità profonda di noi stessi attraverso una ispirata rieducazione delle proprie scelte, alla luce degli insegnamenti sull'eternità che ci vengono dal secondo capitolo della Bhagavad Gita.
L'anima di ciascuno è unica e originale, questo è il primo punto che mi sento ora di tenere in considerazione. La Tradizione ci dice che pur essendo parti di Dio, non significa che siamo tutti uguali: ogni anima ha le sue peculiarità specifiche.
Per qualche motivo che ancora non mi è del tutto chiaro, probabilmente legato a qualche mio particolare condizionamento, finora ho fatto fatica a concepire anime diverse dalla mia: pensare che esistano tante anime individuali quante gli individui, senza contare quelle degli animali (…), mi mette inquietudine, come se la distanza tra le persone così fosse definitivamente segnata. O forse è il timore che esista a livello delle anime una corrispondenza con gli infiniti tipi umani, e attribuisco a esse le stesse caratteristiche inquietanti che avverto nella controparte in carne e ossa. Ma ancora non ho indagato a fondo su questa sensazione.
D'altra parte, trovo stimolante l'idea di una mia anima originale, come se mi venisse svelato un segreto di quelli che mi possono cambiare la vita.
Infatti, siamo sconosciuti a noi stessi e non sappiamo nemmeno che la nostra anima è unica e irripetibile. Quante volte l'ho sentito, che siamo persone uniche e irripetibili, senza capirlo veramente. La mia anima è unica! Così quella di chiunque altro.
Come possono essere le anime? In che cosa cambiano tra di loro? Le caratteristiche dell'anima sono sat, cit e ananda. Esclusa la prima, l'immortalità, le anime potrebbero variare tra di loro per cit, conoscenza, o per ananda, beatitudine. Oppure per … tipo di curiosità, gusti, preferenze, forza, gloria, talent? Esiste una gerarchia delle anime?
Accettata la propria unicità, mi viene da chiedermi, allora, “Come sarà la mia anima? Qual è l'unicità che la contraddistingue?”.
Mi sembra un grande quesito, e una bella promessa, a cui poter dedicare l'esistenza, sì.
Da dove inizio?
Intanto, l'anima è eterna. “Eterna”, che cosa significa?
Quanto durerà ancora la mia vita? Ammettendo ancora molto, quel molto è traducibile con quaranta, cinquant'anni. È molto, ma è anche molto poco, se rapportato con i secoli, le migliaia d'anni, i milioni delle montagne, i miliardi del Pianeta e di questo universo materiale.
Eterno allora significa che sopravvivrò anche alle montagne, al Pianeta e all'universo!
Non mi annoierò? Che cosa sarò nelle prossime reincarnazioni? Confesso che davvero non vorrei ritornarci, in quest'epoca di Kali così apocalittica: mi ritroverò con un pianeta moribondo per i danni lasciati da quest'umanità smarrita e ignorante, sempre più tecnologizzata, disumanizzata e disumana.
E invece ci sarò, a quanto pare.
È bello, è brutto vivere sulla Terra? Oggi mi sembra bello, altri giorni orribile, e lo starci, una punizione senza scampo!
Ma è davvero così? E se invece finisse tutto, e questa cosa della reincarnazione e di Dio fosse tutta una fandonia?
Qualcuno potrebbe dire, Pensa che poco senso avrebbe la vita... sì, anche una vita ben vissuta e realizzata, con affetti belli e tutto il resto.
Non lo so, capirei il punto di vista di chi ha malvissuto, capirei se non vedesse l'ora che fosse tutto finito, per sempre.
Adesso potrei scrivere qualcos'altro a questo proposito, ma è una questione lunga, questa se esiste davvero la reincarnazione e Dio. Girerei in tondo con la mia piccola mente, potrei farlo a lungo.
La Tradizione che sto seguendo mi dà spiegazioni che mi convincono.
D'accordo, ma ci credo davvero fino in fondo? A questo non so rispondere, forse perché non sono ancora sveglio sufficientemente.
Però ho un ricordo, di averlo visto, sentito e toccato Dio, quindi, sì, da qualche parte nella mia testa c'è questa certezza.
Torniamo a “da dove inizio?”, se voglio scoprire la mia anima e la sua unicità. Già, perché prima di scoprire l'unicità della mia anima, devo prima scoprila, la mia anima.
L'anima è ciò che io sono. E non è “Gregorio”, il mio lavoro, la mia reputazione, i miei soldi, la mia casa, la mia auto, il mio corpo. Questo mi è chiaro. Che cos'è, allora? come faccio a identificarmi con lei, se non so nemmeno cos'è?
Ci sono momenti in cui si manifesta e in cui posso dire di vederla? La mia convinzione profonda è che sia così difficile da raggiungere, sommersa dal troppo che essa non è. (Ma l'ho vista e l'ho toccata...).
Sfoltire quel troppo. Appoggiarmi a chi ha intrapreso prima e più seriamente di me questo cammino di scoperta, per capire come fa; mettere in pratica quello che mi suggerisce; mettere sulla linea del mio orizzonte questa meta; rendere accessorio a esso tutto quello che esprimo.