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In risposta agli articoli di Daniela e Paola

DI NICOLA BARONI

Buongiorno Andrea. Ho letto e apprezzato gli articoli di Daniela e Paola densi di contenuti ed emozioni. L'immagine (metaforica) che su tutte mi ha fatto riflettere é quella del soldato Mike con un piede sulla mina ed il contestuale inizio di un suo percorso di autoconsapevolezza. É possibile che occorra un trauma per evolvere?

Nella maggior parte dei casi sembra proprio di si. Forse nel dolore il nostro ego si piega, la nostra solitudine e il nostro istinto di sopravvivenza ci spingono a trovare risorse interne ed ecco che la nostra innata tensione spirituale può fare breccia tra le tante sovrastrutture. Abbiamo o no il coraggio di affermare che in ognuno di noi esiste una spinta spirituale innata?.. Spirituale.. mamma mia che parola!.. Cosa si prova a pronunciare questa parola ed associarla magari ad una sensazione provata?.. Leadership, autorevolezza.. sesso... come fanno a convivere con 'spirituale'?... Ecco il punto.. Possono convivere. Possono convivere se si sceglie di cambiare prospettiva magari intraprendendo un percorso di autoconsapevolezza serio (chiamiamolo pure di crescita spirituale) e il coraggio di attraversarlo con autenticità e coerenza. Per me Andrea è stato importante consapevolizzare (non dico realizzare) il concetto e la natura del Sé, dell' Atman (ripreso anche nell'articolo di Paola) ed è partendo anche da questo che sono convinto che occorra lavorare su di noi sia quando la vita sembra sorriderci e sia nel trauma perché in entrambi i casi, se non ci conosciamo bene, abbiamo maschere che da un lato possono rendere temporaneo il momento di felicità, in quanto illusorio, e dall'altro possono vanificare i nostri sforzi di vivere la 'mina' in ottica evolutiva.

Grazie dell'attenzione.

Un caro saluto