Questo seminario è stato molto importante per realizzare veramente cos’è il perdono
MAGGIO 2020 - La leadership del perdono
Questo seminario è stato molto importante per realizzare veramente cos’è il perdono. Si parla molto di perdono, di perdonare, ma risulta difficile capire cosa sia veramente il perdono.
Ricordo che un giorno parlando con una mia cugina circa un episodio che le era successo le chiesi come avesse poi affrontato la persona che l’aveva in qualche modo offesa e lei mi disse “L’ho perdonato” accompagnando le parole ad una scrollata di spalle. Questo suscitò in me delle sensazioni particolari. Al momento provai ammirazione per lei per il fatto che era riuscita a perdonare (specifico che anche lei ha fatto un percorso personale) e mi chiedevo come fosse riuscita a perdonare così velocemente, ma quando arrivò la scrollata di spalle sentii dentro di me un conflitto emozionale. La scrollata di spalle non mi tornava, non mi sembrava in linea con ciò che aveva detto precedentemente, mi sembrava un po' un “lasciar perdere”. Non stavo capendo. Forse perdonare significava lasciar correre? Non pensarci più? Vivere e lasciar vivere? Allora tutto andava bene, anche le offese? Ma io non avevo ben chiaro cosa fosse il perdono e soprattutto che fosse un processo di elaborazione anche lungo e a livello metacognitivo. Tutto nuovo per me.
Ma io sono in grado di perdonare? Mi sembra un traguardo lontano, difficile da raggiungere. Ma lavorando in quel week end ho realizzato che io ho perdonato. E allora mi chiedo: "perché sono riuscita a perdonare certe persone e altre magari no?”. La risposta è arrivata. Ho perdonato delle persone a me molto vicine, che amo molto e nelle quali sto investendo energie, perché le vedo come anime in cammino con le loro fragilità e i loro punti di forza. Persone che necessitano di essere accompagnate a volte, aiutate o lasciate a sperimentare gli eventi della vita per poter imparare dalle esperienze. E’ come se le guardassi dall’alto, in una visione globale con tutto l’amore e la compassione che riesco a dare.
Non so se sarei in grado ora di perdonare offese più pesanti perpetrate da estranei ma avrei gli strumenti per poterci lavorare, perché in fondo il perdono è un lavoro quotidiano su noi stessi che ci fa aprire il cuore e ho capito che è solo con l’amore e l’empatia che possiamo innanzitutto perdonare noi stessi e depotenziare quell’io giudicante che ci crea il tormento e ci lega alla sofferenza.
Laura dalla sede di Milano