Mettersi in gioco
APRILE 2019 - Elaborazione e gestione dell'evento morte (PARTE I)
Durante la partecipazione ai laboratori esperienziali del percorso di formazione in Counseling del Centro Studi Bhaktivedanta, dove ognuno di noi viene chiamato a mettersi in gioco con il proprio vissuto, siamo stati invitati a scrivere una lettera ad una persona a noi molto cara che ha lasciato il corpo. Ebbene... rapita da una sorprendente spontaneità, ho iniziato a scrivere alla mia cara mamma, Clementina, che ha lasciato il corpo il 10 marzo del 2006.
Ricordo molto bene quel momento di profonda sofferenza durante l’esercizio, gli occhi erano colmi di lacrime e il respiro sempre più corto, la testa mi scoppiava e allo stesso tempo ho sentito tanto, tanto Amore, tenerezza e apertura nell’esprimere a mia madre le parole non dette, l’Amore non dichiarato... e immensa gratitudine per avermi donato la vita. Tutto in quella lettera. Alla fine dell’esercizio, con delicatezza e umiltà, il docente Andrea Boni, mi ha offerto la possibilità di condividere la lettura della lettera, non ancora terminata, con tutti i compagni di corso. Ho accettato senza esitazioni, nonostante i singhiozzi, il dolore fisico ed una evidente difficoltà per la commozione, ho iniziato a leggere, e mentre leggevo ho avuto la netta sensazione che mia madre mi stesse ascoltando. È stato un momento di profonda e autentica connessione con lei.
Questo esercizio è stato molto potente, mi ha permesso di accogliere i miei dubbi, le mie paure, la rabbia, tanta rabbia per non essere riuscita a parlare con lei quando era in vita, e neppure al suo capezzale durante i sei giorni di coma irreversibile, provocati da una emorragia cerebrale, conseguenza di un ictus ischemico.
Al termine dell’esercizio mi sono sentita sollevata e fiduciosa. Sento che il processo di guarigione, rispetto a questo dolore che mi portavo dentro dal giorno della sua dipartita, ha avuto inizio con il “perdono”, strumento fondamentale per la trasformazione del dolore.
Giovanna, dalla Sede della Toscana