Visione dell'eternità
APRILE 2018 - CENTRI ENERGETICI DEL CORPO ED EMOZIONI: L’ARMONIZZAZIONE ATTRAVERSO LA PSICOLOGIA E LA SPIRITUALITÀ DELLO YOGA
Meraviglioso seminario... mi ha fornito gli “attrezzi del mestiere” pratici, da tirare fuori nelle relazioni, strumenti di comunicazione che posso scegliere per rendere la comunicazione utile, elevata e costruttiva.
• – Esercizi di bioenergetica che mi permettono di riallinearmi e centrarmi in ciò che sono veramente
• – Conoscenza dei chakra, in particolare del primo e del secondo.
E' come se avessi conosciuto quella parte istintuale di me con una lettura più completa e equilibrata
• – La visione del film che mi ha fornito un esempio per facilitare la consapevolezza nel cliente facendo emergere le difese, le maschere e le ipocrisie. ( es: “cosa intenti per impazzire? “= e' una domanda aperta che permette di chiarificare; “che legami vedi fra il sogno che hai fatto e il desiderio....?” quando lei dice “sono una brutta persona “ si sta svalutando, ecc.)
Mi ha riportato all'importanza di domandarsi sempre:
• – “io, counselor, dove sono? Come sto?
Come vivo quello che sto ascoltando? Lo subisco o sono consapevole?
Mi ha ricordato l'uso del “come mai “al posto del “perché” e nel provarci nel mio quotidiano mi sono sentita più aperta dentro di me, tutto circolava in maniera più fluida.
La riflessione più tosta e stimolante per me durante questo mese dopo aver vissuto il seminario e' stata su come vivere “ le passioni”.
La credenza che e' radicata in me sulle passioni e' : “se lo fai con passione e' giusto!!!”
Tuttavia questa modalità mi ha portato alla deriva diverse volte nella mia esistenza e ancora sento la sua forza portarmi in direzioni che non mi danno una vera pace e una vera gioia, costante e duratura.
Sono sbagliate le passioni?
Come suggerito dal “prof “ sto leggendo e rileggendo il capitolo 18 della Bhagavad-gita e questo mi sta fornendo una serie d'impulsi sui quali meditare e comprendere fino in fondo.
La prima cosa che comprendo a livello razionale e' “distacco dai frutti dell'azione” ( B.G 3) Comprendo che l'azione che avviene dopo la spinta della passione e' cosa buona e giusta tuttavia ciò che e' il risultato non mi appartiene.
A chi appartiene?
Se il frutto della mia azione la offro al Supremo, e' necessario che conosca cosa fa piacere a Lui, il Dharma.
E' necessario che conosca chi delle mie componenti, compie l'azione.
Se sono in ascolto della mia Anima, della mia mente o dei miei sensi, la mia azione sarà diversa, e se rimango collegata all'Anima Suprema che conosce tutto sarà ancora più diverso ed elevato. Scelgo quindi di stare in una “visione dell'eternità” continuando il mio percorso di conoscenza e di ricerca di questa connessione l'unica via per imparare a rimanere distaccata dai risultati, dai piaceri egoici e sviluppare quella intelligenza discernente che mi permetta di comprendere la differenza tra le azioni che mi liberano da quelle che m’imprigionano.
Laura, dalla Sede della Toscana