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Apriamo la nostra mente: dare spazio e tempo alla nostra rigenerazione (PARTE 1)

Perché meditare? Perché inserire sequenze meditative all’interno di un colloquio di counseling?

Sono domande lecite che ci siamo posto all’inizio del nostro incontro del Modulo 2 di formazione avanzata in counseling dello scorso 25-26 Giugno. Forse sembrano domande banali, ma è importante rifletterci sopra e ogni tanto riportarle alla nostra memoria, per dare un senso a quello che stiamo facendo. Infatti, la vita frenetica che viviamo ogni giorno ci allontana dal nucleo fondamentale della nostra vita, dallo scopo e fa di tutto per creare personalità scisse, frammentate, alienate. 

Sono termini un po’ troppo forti? 

Non credo, basta osservare le statistiche delle maggiori patologie oggi presenti per realizzare come la depressione o comunque i disturbi della personalità, siano così diffusi. È sufficiente anche fermarsi un attimo ad una stazione dei treni, in metro, osservare i comportamenti: individui solitari assorbiti totalmente (samadhi di livello inferiore) in dispositivi elettronici che modellano la mente, formano reti neurali creando solchi sempre più profondi, inducendo comportamenti, orientando pensieri, controllando e stimolando continuamente emozioni, nella totale inconsapevolezza dei soggetti, che così adeguatamente “ammaestrati” sono facile preda di manipolazione, incapacità di gestire la vita, gli eventi e gli affetti. 

Questa è la realtà di oggi, un fenomeno in rapido declino, che si manifesta al livello dei singoli, delle masse, delle nazioni, con guerre nel cuore di quell’Europa che ha vissuto secoli di storia, di cultura, e che dovrebbe aver compreso, dagli errori compiuti, un orientamento più evoluto da dare alla vita, alle relazioni, al senso. Eppure non è così.

Ecco perché è importante la meditazione, per riappropriarci del senso, della consapevolezza di sé, ritrovare attraverso l’esercizio costante la piena facoltà del nostro essere energia spirituale incapsulata in un corpo di materia. Comprendere che la mente, con tutte le sue funzioni, è strumento di esperienza, e come tale può essere gestita. La pratica meditativa serve per diventare autori del nostro destino, scrittori di successo della nostra storia, progettare con successo il viaggio di ritorno a Dio.

Nell’ambito del colloquio di counseling, il counselor diventa attore principale in questo senso, facilitando il cliente ad un cambio di paradigma percettivo, con il fine di osservare nuovi modi di comprendere se stesso e quindi visualizzare nuovi scenari di azione laddove la mente alienata faceva percepire solo l’oblio, l’assenza di soluzioni.

Meditare è dunque atto di ri-generazione interiore, per questo occorre dare spazio e tempo giornaliero a questa pratica che consente di ri-trovarsi, ri-centrarsi, ri-programmarsi. In queste lezioni di pratica meditativa che costituiscono la formazione avanzata in Counseling, ci concentriamo, oltre che sulle basi teoriche della pratica meditativa, anche sugli esercizi fondamentali che possono facilitare una maggiore centratura e visione di sé.

Dalla Introduzione del testo “Meditazione”, di Axel Bayer:

“Meditazione è una parola che incontriamo sempre più spesso e non solo frequentando particolari ambienti di ricerca spirituale. L’offerta di metodi e pratiche orientati alla presenza mentale, al rilassamento profondo, alla consapevolezza del proprio corpo e dei propri processi mentali è in costante aumento. Scuole, palestre, centro benessere, centro per la cura psico-fisica e settori della psicoterapia propongono e guardano con interesse crescente alle pratiche meditative. Tutto ciò sembra rispondere ad un bisogno urgente delle donne e degli uomini di oggi che vivono una vita sempre più frenetica e dispersiva, immersi in un mondo lavorativo competitivo e non di rado alienante”.

Eppure, come osservato nella premessa, siamo testimoni di una società in costante declino, con una continua crescita dei disvalori e dei processi di scissione, di frammentazione della personalità. Ciò è anche dovuto ad una mis-interpretazione del fenomeno “meditazione”, che viene fondamentalmente assuefatto una una sorta di ginnastica mentale, magari da praticare un paio di volte alla settimana, ma non è questo il senso veicolato dai grandi saggi di tutte le tradizioni.

Risulta molto facile perdere il contatto vero e profondo con se stessi, con gli altri, con quello che stiamo facendo, sentendo e vivendo, posti come siamo di fronte alla voglia, ormai divenuta bisogno, di continua connessione, alle lusinghe della rete, dei social network e alle molteplici esigenze della vita sociale e famigliare.

Occorre pertanto qualcosa che rompa questo falso bisogno, che aiuti a rompere solchi neurali magistralmente costituiti subdolamente, per ricostruire nuove reti, che favoriscano una connessione autentica con se stessi e non distorta da false illusioni.

“C’é la necessità di un nucleo fermo e stabile al centro di una vita che gira vorticosamente intorno a noi, un punto di orientamento e di chiarezza, un qualcosa che sia in grado di ripristinare la relazione perduta con il fondo della nostra anima, con la gioia, con l’Amore, con la vita autentica.

La meditazione ha questo scopo, dunque, che va ben al di là di un effimero beneficio, anzi costituisce mezzo di emancipazione e rigenerazione, per trasformare i limiti imposti dall’ego. Ecco, proprio l’ego, questo elemento di scissione, di divisione. L’ego allontana, scinde, frammenta, divide. Noi stessi costruiamo ego nella misura in cui ci identifichiamo con l’insieme dei contenuti psichici (cognitivi ed emotivi) con i quali entriamo in contatto. Occorre quindi un metodo di ri-costruzione, per convivere con l’ego nella consapevolezza di ciò che è: strumento di esperienza. Occorre quindi facilitare la pratica costante di esercizi spirituali, che consentano di sviluppare il sé testimone dell’esperienza e non autore di essa. 

La meditazione è dunque una scienza, e in quanto tale richiede appunto un metodo. Un metodo semplice e da applicare con costanza (abhyasa), poiché solo la costanza facilita il progresso verso una nuova rimodulazione interiore, una migliore rigenerazione psichica, emotiva e spirituale.

Andrea Boni

 

 

Per approfondire:

A cosa Serve Meditare?

Viaggio oltre i Confini della Mente

Questi sono alcuni dei temi affrontati da Marco Ferrini:

  • Come si creano i condizionamenti nella nostra psiche
  • In che modo la meditazione sottrae il pensiero dalla distorsione mentale
  • Gli strumenti per modificare il nostro temperamento, per gestire il nostro umore e trasformare le nostre emozioni
  • Imparare a conoscere se stessi per avere maggiore accesso alla conoscenza degli altri
  • In che modo diventare registi della nostra vita (oltre che protagonisti)
  • L’esperienza mistica della meditazione: come ritrovare il Divino nella nostra vita

I Benefici della Meditazione

Con Esperienza di Visualizzazione Meditativa Yoga®

Il Seminario descrive i benefici pratici, scientificamente documentati, che la meditazione permette a tutti di sperimentare, tra cui:

  •  la diminuzione di ansia e stress e il potenziamento del sistema immunitario
  • l’ispessimento delle aree cerebrali legate all’attenzione e alla concentrazione (area destra della corteccia cerebrale
  • nel momento di massima concentrazione il cervello produce una grande quantità di onde gamma, associate alla capacità di risoluzione di più problemi contemporaneamente
  • grazie all’aumento dei neuroni nelle aree del cervello legate all’attenzione, le persone abituate a meditare corrono meno rischi di ammalarsi di demenza in terza età.
    Il seminario include un esercizio di Visualizzazione Meditativa Yoga®