Il concetto di guna-karma nei tempi moderni
di Andrea Boni
Bhagavad-gita Capitolo IV, verso 13:
catur-varnyam maya srstam
guna-karma-vibhagasah
tasya kartaram api mam
viddhy akartaram avyayam
Traduzione:
"Io ho creato le quattro divisioni della società secondo le tre influenze della natura materiale e le attività che esse impongono all'uomo. Ma sappi che sebbene Io le abbia create non agisco all'interno di esse perché sono immutabile.”
La Bhagavad-gita è un testo straordinariamente elevato, di filosofia perenne. Fornisce spunti, riflessioni, che non hanno tempo. Le “quattro divisioni della società” a cui fa riferimento il verso citato sono parte del cosiddetto
varna-ashrama-dharma
Le quattro sezioni degli ashram, o stadi della vita, e delle posizioni sociali (varna) che ciascun essere vivente, in base alle sue tendenze, è importante che viva nella consapevolezza, con il fine ultimo di raggiungere la liberazione dai condizionamenti, moksha. I quattro varna sono: brahmana, kshatriya, vaishya e shudra. I brahmana sono coloro che hanno la tendenza all’insegnamento, con particolare riferimento all’insegnamento spirituale, ma non solo. Sono inclusi tutti gli insegnamenti relativi ad un corretto stile di vita, alle virtù. Sono personalità che, evidentemente, prima di tutto cercano di vivere loro stessi ciò che insegnano, per offrire un orientamento di senso a tutti gli altri varna. Gli kshatriya si occupano del mantenimento del dharma, dell’ordine etico e morale, della legge, della Giustizia (si noti la “G”), regolamentano gli aspetti secolari, affinché tutti possano avere il contesto per vivere dell’equanimità, nel Giusto, nell’equilibrio. I Vaishya si occupano dell’economia e di produrre benessere, regolamentano le attività, gli scambi, producendo lavoro. Gli shudra svolgono il lavoro manuale, sono tradizionamente considerati come “le gambe” senza le quali sarebbe impossibile il sostentamento della società.
Ne deriva un modello che, nella sua forma archetipale, consente a tutti gli esseri viventi di potersi esprimere secondo le proprie tendenze, i propri talenti (guna-karma). Per questo, anche e soprattutto nei momenti di crisi, è importante essere consapevoli del proprio guna-karma, che origina lo sva-dharma individuale, ovvero il dovere che è proprio di ciascuna persona. Il brahmana si preoccuperà di insegnare, non necessariamente di governare. Il politico si preoccuperà di gestire al meglio le leggi, la Giustizia, l’ordine e garantire a tutti le adeguate condizioni per potersi evolvere, per raggiungere la liberazione e la conoscenza della propria posizione ontologica, di unione e amore con il Divino.
Secondo la Tradizione di riferimento, cosa accomuna tutte le posizioni dei differenti varna?
Evidentemente l’aspetto etico-morale, una visione unitaria della vita, che si basa su un comportamento prima di tutto non-violento nei pensieri, nelle parole e nelle azioni (ahimsa) e quindi retto, leale, onesto, veritiero.
In questo senso, per approfondire, suggerisco l’ascolto dei vari seminari svolti da Marco Ferrini sulle 26 qualità del ricercatore spirituale, è disponibile anche un testo, ma soprattutto gli approfondimenti svolti sul tema durante l’anno della corrente crisi pandemica. Per chi è interessato può trovare tanti spunti per una comprensione di ciò che sta avvenendo in questi oscuri tempi, e gli strumenti per navigare nella “selva oscura” con visione, consapevolezza e serenità.
Per concludere, quando ci chiediamo: “ma cosa posso fare io per portare un contributo significativo alla società, oggi?”.
Come prima cosa è importante rispondere alla seguente domanda: “Quali sono i miei talenti? Quali sono le mie naturali predisposizioni?”.
Una volta ottenuta la risposta, avvicinando una Guida autentica, formarsi e sviluppare i propri talenti all’interno dell’infrastruttura etico-morale a cui abbiamo accennato, quindi donarli agli altri, operando sempre all’interno di uno spirito di servizio, sganciandosi progressivamente dalle aspettative e dai condizionamenti emotivi.