L’indissolubile legame tra coscienza e realtà: riflessioni dal seminario di febbraio 2021
Vivo ogni seminario di formazione in counseling del Centro Studi Bhaktivedanta, compreso quello svolto nel febbraio 2021, come un “crescendo” rispetto al precedente: uso non a caso il termine “crescendo” perché è di crescita che si tratta.
Una crescita che può essere valutata facilmente, verificabile ogni giorno nei miei comportamenti, pensieri, desideri.
Ciò che tento di fare è che ciò che via via apprendo non rimanga teoria astratta. Ne voglio toccare i risultati nella pratica, consapevole che l’evoluzione spirituale non è avulsa dal nostro vivere quotidiano; anzi è proprio questo che ci fa da “cartina di tornasole evolutiva”.
Posso quindi dire che ogni seminario ha per me una vita “pre” nella sua interiore e curiosa attesa e “post” nell’analisi dei risultati che ne conseguono.
Circa il tema di questo ultimo incontro di counseling, il tema del legame tra coscienza, desideri e realtà, mi interrogo quotidianamente rispetto alla relazione che vi è tra coscienza pura e condizionata, tra desideri spirituali e terreni e come trovare un equilibrio tra gli stessi.
Mi è molto chiaro che nella prospettiva indovedica non vi è repressione del desiderio; al contrario trasformazione e sublimazione di questo in un processo non di “strappo dalla materia” ma di progressiva spiritualizzazione della stessa.
Così la coscienza condizionata può avviare un processo di ritorno alla sua originaria purezza evitando una scissione coi propri contenuti psichici ancora contaminati.
Personalmente mi ritrovo in questa visione di una continua e graduale purificazione della coscienza al fine di un obiettivo trascendente.
Via via che i desideri tendono verso l’alto e al divino, questi si sganciano dalla materia e esprimono gusti (rasa in sanscrito) maggiormente puri.
La controprova che si è sulla strada giusta è il maggior senso di stabilità interiore e di serenità; ci si rende conto che si è meno influenzati umoralmente da fattori esterni quali possono essere il meteo, vicende famigliari e sociali intense come quelle odierne. Tutti questi eventi vengono osservati con maggior distacco da parte dell’io testimone.
Il viaggio verso l’alto avviene, dunque, per la maggior parte dei casi non grazie ad un’improvvisa illuminazione, ma attraverso tentativi sinceri, cadute ed un costante rialzarsi e riorientarsi verso la meta suprema, fiduciosi che Dio vede sempre nel nostro cuore e ci sostiene.
Grazie a tutti i docenti, ai tutor e ai compagni di viaggio che sono un continuo stimolo alla ricerca e al miglioramento.
Elisa Brigida