E' sempre corretto dire la verità? - I parte
E’ sempre corretto dire la verità? Fin da quando eravamo bambini siamo sempre stati educati che “bisogna dire la verità”, non dire bugie, non dire falsa testimonianza, ecc. Anche Patanjali nei suoi Yama introduce il concetto di “non affermare la falsità” mediante l’impostazione di un linguaggio veritiero, pulito, puro, che non danneggi il prossimo. Questo è un concetto molto importante che influisce in modo determinante sulle nostre relazioni.
I Veda ed in particolare la Psicologia Yoga introducono in realtà un concetto molto più ampio di verità, tanto che il termine “verità” è solitamente tradotto con tre diverse accezioni:
- satyam
- ritam
- tattva
Ritam è un pochino più difficile da comprendere. Appartiene ad un livello più sottile, ad una idealità superiore, che garantisce appunto un ideale che può riguardare l’ambito relazionale, la patria, o quant’altro possa essere inserito nella sfera valoriale profonda dell'individuo.
Tattva è ancora più difficile da comprendere: riguarda infatti il piano trascendente, quindi trascende anche l’idealità. E’ il livello cui possono accedere solo le anime pure, che vedono oltre il piano materiale e quindi pur compiendo atti, o esprimendo parole, che apparentemente sono tra di loro in contraddizione, in realtà non lo sono perché il loro fondamento è la trascendenza, e quindi tali parole sono vere, valide, su quel piano. Mi viene in mente il Signore Gesù, ambasciatore dell’Amore incondizionato, della pace, della non violenza, del “porgi l’altra guancia” che, entrato in Gerusalemme in visita al Tempio, inveisce “incollerito” contro coloro che facevano del Tempio un luogo di commercio e degrado, privi di ogni rispetto verso Dio. Apparentemente il suo comportamento sembrerebbe essere in contraddizione con i suoi insegnamenti, in realtà il Cristo e fermamente situato nel tattva. Molto difficile da capire, per questo le grandi anime sono acintya, inconcepibili.