L’amore nel tempo della morte
ALESSANDRA CORA'
L’amore è un sentimento che rende felici, una felicità che non è razionalmente spiegabile, è desiderato da ogni essere umano, ambito, cercato, sospirato, rincorso, a volte perduto.
L’amore è parte di noi, perché noi siamo amore, nasciamo per amore e potrei affermare che moriamo per amore sotto varie prospettive.
L’amore che dovremmo perseguire, è descritto con poche parole e grande maestria da Dante “quello che move il sole e l’altre stelle.” Il sentimento che Dante proclama nulla ha che fare con l’amore su cui comunemente poniamo il nostro sguardo. Quando ci innamoriamo, per quanto immenso sia il sentimento, è tuttavia distorto, crea possesso, dipendenza ed è permeato di quell’effimero che lo rende imperfetto e incline a portare sofferenza. Nessuno è scappato ad un tormento d’amore, per descriverlo hanno scritto migliaia di pagine e composto miliardi di canzoni e poesie, quel cuore che batte forte, quelle farfalle birichine nello stomaco, restano un ricordo indelebile che commuovono e non si dimenticaon più. Per andare oltre ai patemi amorosi, la millenaria saggezza vedica incoraggia a diventare autonomi affettivamente, in modo tale da non dover dipendere da altri, per quel sentimento che è indispensabile per vivere. L’autonomia affettiva non è mera indifferenza, è un lavoro personale che trova appagamento in se perché pregno di amore incondizionato verso ogni essere vivente, senza esclusione di genere; è aver stabilito il collegamento con il Divino, fonte e matrice di inesauribile Amore. Siamo tutti scintille di quell’amore perenne, per questo gli altri sono parte di noi e tra loro disperatamente cerchiamo qualcuno con cui ritrovare quella felicità che abbiamo vissuto, ma di cui abbiamo perso il ricordo. Vero è che la sensazione di quella beatitudine di puro amore ci è rimasta dentro, ma in questa vita incarnata ci scappa dalle mani e nel cercare di afferrarla finiamo spesso nelle braccia sbagliate.
Eppure, in questa vita ci sono amori che meritano di essere vissuti e raccontati, sono sicuramente briciole di quell’amore che “move il sole e l’altre stelle” , allo stesso tempo è anche vero che se quello stesso amore è bene orientato ci aiuta a vivere quel sentimento inesauribile e profondo da cui proveniamo e a cui torneremo.
“Buongiorno!”
Entra nella camera sorridente e luminoso, ha superato i settant’anni, è ben vestito, camicia, cravatta, maglioncino scollato a V, pantaloni classici e lascia al suo passare una scia di delicato profumo. Un gentleman, d’altri tempi. Saluta e si avvicina al letto dove è sdraiata la moglie.
“Tesoro! Ciao, che bella che sei stamattina, addirittura sorridente. Che bello trovarti così.”
“Sono 57 anni che ci amiamo e non abbiamo mai litigato. Beh, abbiamo avuto le nostre discussioni, ma non abbiamo mai alzato la voce o sbattuto la porta. Ci siamo annoiati qualche volta, ma credo che sia normale, tuttavia non abbiamo mai smesso di amarci. Mi sono innamorato di lei perché era bella, bella in tutti i sensi. Avere una donna bella vicino è appagante. Stamattina la trovo bellissima!”
Commuove questo amore, sono testimone di sorrisi che si incontrano e si fondono l’uno nell’altro, in sguardi che si raccontano e si comprendono.
“Abito qui vicino e vengo a farle visita anche più volte al giorno. C’è stato un periodo in cui anch’io sono stato ricoverato in un altro reparto, per problemi di salute, il non vederci è stato doloroso, per fortuna ora sto bene e posso venire qua e starle accanto.”
Lei sorride, dice solo qualche parola, non fa più discorsi, ciò che parla è il loro profondo sentimento, i loro occhi, i loro sorrisi. Oggi è una buona giornata per lei, è desta. Il televisore è sintonizzato su un canale musicale e Ligabue canta “Niente paura”, ogni tanto lei alza lo sguardo verso lo schermo e il suo sorriso si rinvigorisce quando canta il ritornello. Il “Liga” ha ragione, non c’è nulla di cui avere paura, e lei lo sa. Sono alcuni mesi che si trova in hospice, la sua vita si sta riducendo ogni giorno di più, eppure l’amore che ha dentro e quello che le arriva dal marito, illuminano e sbaragliano questa fine. C’è tanta vita da vivere in questa stanza, tanto amore da condividere, per poter sedimentare in maniera indelebile i ricordi nel momento del distacco. Resterà potente quel sentimento che ha saputo superare ogni forma di sofferenza, che ha saputo vedere la beltà fino all’ultimo minuto, che ha saputo cogliere la bellezza dell’imperfezione dei cambiamenti fisici, causati dai farmaci e dalla malattia, quando si ama davvero nulla viene offuscato.
Li lascio mano nella mano, respingo una lacrima, la tengo per un altro momento, ora voglio sorridere, l’amore è gioia… anche nel letto di un hospice!