Le ore sono come le bolle di sapone
LAURA COLLA
Le ore sono come le bolle di sapone, non sono tutte uguali.
Ci sono bolle grandi bolle medie, bolle piccole. Qualcuna svanisce subito, qualcun’altra invece dura di più fino a che si perde nell’aria.
Allo stesso modo si comportano le ore.
Qualcuna scorre via veloce, neanche il tempo di accorgersene, altre restano lì, come sospese, in attesa.
Accade così ai malati terminali. Le ore aspettano con pazienza. Il tempo si ferma. Si ferma nei movimenti lenti, quasi impercettibili di un braccio, di una gamba. Movimenti brevi ma che durano tantissimo con il desiderio di cambiare anche di poco posizione nell’illusione di alleviare il dolore.
Attende il tempo.
Attende il prossimo movimento. Studiato, calibrato, rinviato per racimolare le poche energie rimaste, per trovare il coraggio, per capire come fare.
Si prova, ci si abbatte, si riprova. Ci si sente impotenti davanti ad un corpo che non risponde più. E si riprova ancora e ancora fino a che si esauriscono le forze.
E il tempo aspetta, con pazienza. Tutto si ferma. Tutto è concentrato il quel prezioso attimo.
Ho imparato ad aspettare, senza nervosismi, senza impazienza. Aspettare e basta. Esserci e aspettare il momento giusto dell’altro con pazienza, con amore.
E sembra che anche il tempo abbia rispetto di questa sofferenza, non incalza, non preme in mille cose da fare, non mette ansia per timore di essere sprecato in cose inutili. Non vola via “ecco è già domani un’altra volta..”
Sembra bloccato in quel momento, sospeso nell’attesa di un altro piccolo gesto, all’apparenza banale ma ora così difficoltoso ma necessario per sentirsi ancora vivi.