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L’azione è l’antidoto della disperazione: counseling e coaching

DI PAOLA DE PAOLIS FOGLIETTA

Facciamo tante cose durante la nostra giornata. Oggi più che mai siamo portati a farne diverse contemporaneamente grazie alla tecnologia che ci dà la possibilità di comunicare subito con tutte le persone che desideriamo. Inoltre abbiamo applicazioni per dimagrire, ingrassare , viaggiare, tradurre, giocare, studiare.. per accedere alle informazioni e alla conoscenza nel giro di pochi secondi.

Tuttavia non basta semplicemente fare tante cose, è necessario fare quelle giuste. Cioè quelle “cose” che ci mandino avanti nella vita, che ci facciano crescere a tutti i livelli, che ci aiutino a sbloccare alcune situazioni da cui non ci muoviamo per paura, pigrizia o ignoranza.

Le nuove professioni emergenti, che si coniugano in molti ambiti per migliorare la nostra vita, hanno nomi (in inglese) che sono forme verbali e indicano un’azione in divenire. Per esempio Counseling o Coaching. A noi interessa la prima - ma è irresistibile buttare l’occhio anche sulla seconda per capire se si tratta di un’antagonista o di un’amica- per capire cosa queste professioni aiutino a realizzare, a noi personalmente e a chi chiede a noi una consulenza.

Innanzitutto counseling e coaching condividono l’orientamento di base, ovvero promuovere e sostenere il processo di auto-realizzazione dell’individuo attraverso l’instaurarsi di un rapporto tra professionista e cliente. Le differenze consistono nel metodo e in qualche modo negli obbiettivi. I termini stessi fanno intuire il tipo di approccio, come possiamo indovinare nelle differenze che troviamo tra la parola “consigliere-consulente” e “allenatore”.

Il counseling ha un approccio più esistenziale, filosofico, relazionale. Fornisce al cliente l’opportunità di esplorare, scoprire e chiarire modi di vita più fruttuosi, nuovi punti di vista. Attraverso il colloquio empatico e la fiducia instaurata tra counselor e cliente, si creano le condizioni affinché durante la seduta il cliente possa entrare in contatto con la sua natura più profonda, individuando la motivazione dei suoi comportamenti e la resistenza al cambiamento; sarà lui stesso a valutare da solo quale stile di vita è più intrinsecamente appropriato, dopo aver considerato le possibili prospettive, le risorse, gli ostacoli..

L’intervento del coaching invece, è focalizzato sulle performance del cliente in relazione ad un obiettivo che si è prefissato di raggiungere. Il coach si pone per facilitare il cliente nella risoluzione di un problema specifico creato in una determinata circostanza, con le sue particolari strategie, ognuna diverse. Il suo lavoro è di problem-solving, certamente aiutando il cliente a capire le sue posizioni che potrebbero essere rigide, non permettendo il raggiungimento di soluzioni creative. Anche il coach cerca di stabilire un rapporto di fiducia e come il counselor opera sulle potenzialità e sulle risorse, ma è fortemente finalizzato a raggiungere obiettivi concreti e immediati. Naturalmente la soluzione di quello specifico problema diventa un paradigma di comportamento, ma non entra in dinamiche più estese e di natura esistenziale/relazionale, come tende ad essere orientato il lavoro del counselor. Il coaching può essere impiegato nelle aziende come nei centri sportivi; può essere un metodo valido a livello preventivo così come può essere utilizzato per l’orientamento scolastico e universitario; al coach può affidarsi l’imprenditore, il libero professionista, lo sportivo, l’artista, lo studente, ma anche la casalinga o il disoccupato.

È utile, a questo riguardo, riportare in parte la definizione della professione fornita dall’Associazione dei Counselor Professionisti (ACP – www.asscouns.it):

“"Il Counseling è una relazione d’aiuto che muove dall’analisi dei problemi del cliente, si propone di costruire una nuova visione di tali problemi e di attuare un piano di azione per realizzare le finalità desiderate dal cliente (prendere decisioni, migliorare relazioni, sviluppare la consapevolezza, gestire emozioni e sentimenti, superare conflitti)".