Skip to main content

Una esperienza con il fine vita

DEDICATO AD UNA DONNA SPECIALE, AMICA E COLLEGA 

e di rara sensibilità, venuta a mancare il 24 aprile 2022 

Una esperienza con il fine vita.

Di Franco Colandrea

Proprio in questo periodo, cioè la primavera ed in particolare il mese di Aprile del 2022, mentre mi accingo a terminare, o almeno lo spero, la stesura della tesi finale del percorso di Counseling Spirituale del Centro Studi Bhaktivedanta, mi è capitato di entrare in contatto con una cara amica con gravissime patologie e dichiarata dalla medicina accademica “malata terminale”. 

Il 22 aprile 2022 sono stato al suo capezzale per circa cinque ore, era allettata nella sua abitazione e se fino al giorno precedente riusciva a svolgere le cose minime autonomamente, da quel giorno c’è stato un repentino peggioramento. Mi sono recato da lei per riuscire a convincerla ad accettare un ricovero ospedaliero date le condizioni precarie in cui si trovava. 

Premetto che lei stessa aveva fatto testamento biologico per il non accanimento terapeutico, ed in più si era dichiarata atea. 

A forza di dirle che il ricovero ospedaliero non sarebbe stato per un accanimento terapeutico, ma solo per una semplice idratazione e che comunque non poteva rimanere da sola in quelle condizioni, finalmente ha accettato ed ho chiamato il 112;  mi hanno risposto che sarebbero venuti entro le successive  4 ore e così è stato. 

Nel frattempo si è instaurato un rapporto di domande e risposte sui vari temi della vita e dopo circa 15 minuti di dialogo mi ha posto le due seguenti domande: “Ma sono proprio grave?”, “Ma devo proprio morire?”.

In quel momento non mi sono sentito in grado di darle delle risposte attinenti, ma dopo qualche secondo di smarrimento ho ripassato, come un lampo, tutti gli insegnamenti acquisiti durante il percorso di Counseling ed in special modo quello di accompagnamento alle persone nel fine vita. Cosi ho potuto darle le seguenti risposte: 

“Tu non sei grave, ma le tue cellule stanno ultimando il loro ciclo vitale e, quindi termineranno il percorso corporeo e non appena ti addormenterai (non ho mai usato la parola morte) ti ritroverai in un’altra dimensione piena di luce e gioia dove ci potremo rincontrare non appena toccherà a me di addormentarmi e così riprenderemo i discorsi sulla presenza di Dio, sull’ateismo e non solo”. 

Non mi ha risposto, ma mi ha fatto un grande sorriso. 

A questo punto ho iniziato a dirle che, secondo il mio pensiero, non esiste nascita se non c’è dipartita e viceversa e quello che non esiste più è solo il corpo fisico e non l’anima in esso dimorante, in quanto l’anima non è mai nata e non muore quando il corpo si dissolve, è sempre esistita e trasmigra quando il corpo finisce la sua funzione. 

Subito mi sono sentito in  una totale assenza di giudizio che in quel momento non era inteso come una neutralità, mi sono trovato in un gusto superiore nel voler desiderare relazioni spirituali, perché una persona a volte può essere discostante, ma in quella circostanza che lo è, è un suo comportamento, un difetto, però oltre c’è l’anima, lo spirito

Poi mi ha posto un’altra domanda: “Ma cosa mi fanno in ospedale perché io non voglio un accanimento terapeutico”. Le ho risposto: “Ti idrateranno tramite flebo con all’interno un sedativo per accompagnarti dal sonno indotto al sonno eterno così non soffrirai più dei dolori del corpo”. 

Quando sono arrivati gli operatori sanitari mi hanno caldamente invitato ad idratarla a casa perché in pronto soccorso le avrebbero fatto la stessa cosa e nient’altro e dopo circa 4 ore l’avrebbero dimessa. Ho accettato che la idratassero nella sua casa e nel frattempo ho attivato un servizio di assistenza privato perché ci fosse una presenza continua per ogni evenienza. 

Il giorno successivo (23.4.2022) le condizioni sono state in continuo peggioramento e si sono date il cambio verso le ore 10 del mattino le due amiche più strette con l’assistenza privata fino alle 21.30 dello stesso giorno. 

 

Ha abbandonato il corpo alle ore 01,20 del 24 aprile 2022.